
«Profonda insoddisfazione» viene espressa dal presidente di Anci Abruzzo Antonio Centi e dal presidente dell’associazione che riunisce i gestori pubblici, Confservizi-Cispel, Venanzio Gizzi sulla proposta di legge della Giunta regionale per il riordino del sistema di gestione integrata dei rifiuti, attualmente all’esame della IV Commissione del Consiglio regionale.
Le critiche di Anci e Confservizi-Cispel riguardano sia l’iter seguito dalla Giunta regionale per la predisposizione della proposta, sia i suoi contenuti. «Non è un segno di modernità – ha detto Centi – affrontare un tema cosi delicato per la nostra regione, senza un confronto preventivo con i Comuni che sono i titolari del servizio ed i gestori pubblici che quotidianamente svolgono le attività di raccolta e smaltimento. Avremmo potuto dare un contributo concreto sulla base della nostra esperienza e invece il risultato è un testo che in molte parti può peggiorare anzichè migliorare la situazione».
«Questa proposta – ha aggiunto Gizzi – risente di un limite di fondo: l’assenza di una visione strategica sul comparto dei servizi pubblici locali nella nostra regione. Oggi è cosi per i rifiuti, ieri lo è stato per il settore idrico e c’è il rischio che sia cosi per l’edilizia residenziale pubblica, i trasporti, il gas e così via. Noi abbiamo sempre richiesto alla Regione una legge quadro sui servizi pubblici locali e poi – a seguire – leggi di settore e addirittura abbiamo messo a disposizione dei diversi governi regionali uno specifico testo di legge. Purtroppo questa Giunta, come la precedente, non ha prestato alcuna attenzione a questo tema».
Anci e Confservizi-Cispel Abruzzo ribadiscono – come hanno già fatto nel corso delle audizioni in IV Commissione – che «la riforma è necessaria e che essa deve favorire anche una fase di riorganizzazione del settore pubblico, per mettere quest’ultimo, in tempi brevi, nelle condizioni di affrontare al meglio anche le gare per la gestione del servizio».
«Riorganizzazione che passa – questa è la proposta innovativa secondo le due associazioni regionali – anche attraverso una riduzione del numero degli attuali gestori pubblici, per dar vita a poli pubblici più significativi dal punto di vista economico ed organizzativo. Il pubblico non può essere relegato cioè in un ruolo gregario rispetto al privato o addirittura essere cancellato del tutto, così come invece la proposta di legge della Giunta corre il rischio di fare. Andremmo cosi incontro ad un monopolio privato, ancor più marcato di quanto già oggi esso sia, con conseguenze per i cittadini insopportabili, ad esempio nelle tariffe del servizio. Al contrario la legge di riforma deve prevedere meccanismi incentivanti, che sostengano questo percorso di integrazione fra soggetti pubblici di uno stesso territorio provinciale, a cominciare dalla riorganizzazione e qualificazione del personale che andrà ricollocato con diverse mansioni nei nuovi poli pubblici».
«Non è invece questo quello che prevede la proposta di legge della Giunta – sempre secondo le due associazioni – che si limita a parlare di messa in mobilità del personale, disperdendo cosi in mille rivoli competenze e professionalità che si sono create in anni di lavoro».
A questa strategia, ribadiscono infine Anci e Confservizi-Cispel Abruzzo «è funzionale non la individuazione di un unico Ato regionale, ma di quattro Ato di dimensione provinciale e in alternativa, fermo rimanendo un solo Ato regionale con competenze amministrative, andranno allora individuati già nella legge quattro sub ambiti di gestione sugli attuali territori provinciali, cui riferire le gare per l’assegnazione della gestione del servizio».
Anci e Confservizi-Cispel Abruzzo hanno annunciato di aver raccolto dettagliatamente le loro critiche e proposte di modifica alla proposta di legge in un “Memorandum” inviato alla attenzione di tutti i capigruppo del Consiglio regionale, affinchè ne tengano conto nella fase conclusiva della discussione nella IV Commissione ed in Consiglio regionale.