
di Antonella Calcagni
Domenico Santavicca, 90 anni non vede l’ora di tornare. «Mi voglio accasare, voglio trovare l’anima gemella», ha detto, fissando un’arzilla professoressa in pensione. Tutti sono contenti di tornare a casa, nella struttura ex Onpi ristrutturata. Dopo il sisma tanti anziani, furono costretti a “emigrare” a Sora o in altre strutture. Oggi il provveditorato alle Opere pubbliche ha restituito le opere realizzate, al Comune dell’Aquila.
Ci vorrà però ancora qualche settimana per far tornare i 40 anziani, fra autosufficienti e non, «il tempo necessario per siglare il protocollo d’intesa con la Regione», spiega il presidente, Venanzio Gizzi.
{{*ExtraImg_149227_ArtImgRight_300x192_}}E la Rsa? La realizzazione sembra in forse visto che la Asl, secondo quanto riferito dal sindaco Massimo Cialente, non avrebbe i soldi. «Silveri i soldi li deve trovare», ha tuonato il sindaco.
A pieno regime l’Onpi, un vero albergo a cinque stelle, dovrebbe poter ospitare 250 anziani. Poi arriveranno anche i posti pubblici per l’Alzheimer. La nuova residenza sarà anche il cervello di una assistenza domiciliare all’avanguardia, settore per cui L’Aquila è città pilota. Cialente ha spiegato che tutta la struttura si gestisce con un sistema di teleassistenza che sarà esteso anche agli anziani che si trovano nelle proprie case. Gli operatori saranno collegati con loro dall’Onpi a ciclo continuo. Un tipo di cura che garantirà anche molti posti di lavoro per gli operatori ora in Cig.
In cantiere anche un metodo innovativo di attività motoria e riabilitativa da estendere a tutti gli anziani della città. Belle idee, ma molto costose. Di qui la proposta condivisa in giunta che si trasformerà presto in una delibera: eliminare la riduzione della tassa di occupazione per il suolo pubblico che pesa sulle imprese per destinare la differenza (fra tassa ridotta e tassa piena), a finanziare le attività sportive, quelle sociali come l’Onpi e i giovani.