
La cardiochirurgia dell’ospedale clinicizzato di Chieti può vantarsi di aver effettuato una tripla operazione cuore-polmone considerata unica al mondo perché portata a compimento senza aver fermato il cuore della paziente.
Alla donna di 67 anni, che veniva definita inoperabile, è stata in pratica salvata la vita. Ad affettuare l’intervento è stata l’équipe del direttore della clinica cardiochirurgica del Santissima Annunziata, Gabriele Di Giammarco con lo staff della chirurgia toracica del professor Felice Mucilli.
La rarità dell’intervento sta proprio nel fatto che esso è stato eseguito non a cuore aperto, ma con quest’ultimo mentre continuava regolarmente a battere. Senza quindi ricorrere alla macchina artificiale cuore-polmone. Se tutto ciò non fosse stato possibile, la paziente, portatrice di una grave patologia coronarica (una stenosi valvolare aortica) e di un tumore al polmone, non sarebbe stata operabile anche a causa delle sue deboli condizioni immuno-depressive.
«Ci sarebbe stato un rischio operatorio improponibile, ora invece per la donna è possibile valutare una terapia più tranquilla per trattare la neoplasia», spiega il professor Di Giammarco. L’unica alternativa era di dare corso a un’operazione chirurgica più complessa, mai avvenuta prima e con il coinvolgimento di due equipe mediche (anestesista Paola Musacchio). Alla fine l’intervento è durato quattro ore e mezza.
«Abbiamo creato un presidio di recente innovazione, un condotto apico-aortico che consente di trattare il paziente senza fare ricorso alla macchina cuore-polmoni e senza quindi arrestare il cuore», spiega lo stesso Di Giammarco. Quest’ultima eventualità è stata infatti respinta perché avrebbe gravato ulteriormente sulla prognosi della signora.
Il nuovo sistema d’intervento prevede un impianto con un applicatore automatico sull’apice del ventricolo sinistro che consente a sua volta di eseguire interventi chirurgici nei pazienti ad elevato rischio. Nello stesso tempo ha anche reso possibile il trattamento per il tumore del polmone di sinistra con la resezione dell’apice del polmone e la “pulitura” dei linfonodi. L’arteria coronarica è stata inoltre vascolarizzata utilizzando l’arteria mammaria di sinistra. Tutto questo è stato eseguito sempre a cuore battente impiantando due bypass.
«Il dispositivo utilizzato è praticamente una rivisitazione di analoghi sistemi impiegati fin dall’inizio nella cardiochirurgia con la differenza di avere il pregio della possibilità di inserire il condotto apico-aortico», rimarca il professore. Di Giammarco sottolinea il ruolo dell’università di Chieti e del presidio dell’ospedale nell’attività di eccellenza raggiunto dalla Cardiochirurgia. E a dimostrazione dei riconoscimenti internazionali cita l’invito ricevuto dall’Earth center di Monaco (il secondo ospedale tedesco) dove mercoledì va per impiantare proprio un bypass apico-aortico.
[i]Fonte: IlCentro[/i]