
di Valter Marcone
Pensavo di non avere più memoria:
alterare i ricordi, deformare il tempo,
non poter immaginare il futuro
passare dentro il corpo sbandando
come su un auto;
ma era la mia qualità essenziale
di uomo, di uomo la qualità
come quella del vento
che non ha cuore e anima
che va e ritorna, che è tumulto
di respiri, perdita di coscienza
destino di foglia.
Ma non sono il vento
e resto un uomo con il cuore
e l’anima e il dolore
e la memoria. La memoria
dei sussurri, delle grida,
delle quiete parole, delle fragili felicità
la memoria di cose e di oggetti
del futuro. Ora dimmi
si può essere uomini così.
Così e solo così riposa il cuore
nello stupore, nello stupore
delle cose, delle sole cose
di quando resti, resti solo uomo.
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