Aquilani mafiosi

18 luglio 2013 | 18:40
Share0
Aquilani mafiosi

Signore, ho l’impressione che anche Voi abbiate iniziato ad abbandonare al proprio destino L’Aquila e gli aquilani.

Nello stesso tempo, si ha la certezza che abbiate preso le dovute distanze da questa Amministrazione comunale, sorda ad ogni Vostro consiglio finalizzato al conseguimento di un certo stile e a una buona etica che avrebbe dovuto aiutare a recuperare spazio e credibilità sia in ambito regionale, che in quello governativo.

Forse, Vi siete stancato di tante chiacchiere e di inutili polemiche da bettola.
Ma, come avete potuto vedere, appena avete girato lo sguardo verso la marina, il Primo Cittadino ne ha sparato una grossa!
Una delle sue.

Ha affermato, non si puó dire che non sia vero perché la dichiarazione é stata trascritta da alcuni organi di informazione di sua esclusiva fiducia, che la nostra «è una città di mafiosi».
Devo prendere atto, a questo punto, che il Sindaco non sappia tirare di conto. Se vuole, posso erudirlo io che i conti, io li devo fare quotidianamente, spaccando anche il capello.
La mia povera pensione mi ha insegnato a vivere e questa esperienza la potrei benissimo trasmettere al “massimo” esponente politico della città.

Egli, infatti, ha già dimenticato di essere stato eletto recentemente con oltre il cinquanta per cento dei voti degli elettori.
E, se i votanti aquilani sono tutti mafiosi, di grazia, al Sindaco quale qualifica dovremmo attribuire?
In cuor mio sarei ben certa di poterne assegnare una precisa.
Preferisco, però, che se l’attribuisca da solo.
Sarà sicuramente più appropriata, dopo un critico e corretto esame introspettivo.

Signore, questa volta non Vi chiedo di richiamarmi accanto a Voi.
Se Vi riesce, al mio posto richiamate pure Sindaco e giunta comunale in maniera che non le sparino ancora grosse. Se ci dovesse essere posto sulla barca di Caronte, cercate di farvi sali anche Toscani, consigliandogli di sparare fotografie, anziché grosse baggianate. E così sia.