
Assoluzione «perché il fatto non sussiste». E’ quanto chiesto dall’avvocato Giuliano Milia, difensore dell’ex segretario generale dell’Ufficio di presidenza della Regione, Lamberto Quarta, al termine della sua arringa, nel processo Sanitopoli.
Quarta, per il quale la procura ha chiesto una condanna a 9 anni di reclusione, è accusato di aver intascato dall’ex patron di Villa Pini, Vincenzo Maria Angelini, 5 milioni e 500 mila euro insieme all’ex presidente della Regione, Ottaviano Del Turco e all’ex capogruppo del Pd, Camillo Cesarone.
Nel suo intervento, l’avvocato Milia ha tenuto a sottolineare che Quarta «non ha mai percepito nulla» da Angelini, aggiungendo che «non vi sono né riscontri, né prove effettive che abbia preso tangenti».
Milia ha anche sostenuto che Quarta «non è mai stato l’assessore di fatto alla sanità» come ritenuto dall’accusa, ma che «si è limitato a svolgere i propri compiti», che contemplavano, fra l’altro, il curare i rapporti tra la presidenza della Regione e gli assessorati. Il processo riprenderà domani mattina con l’arringa difensiva dei legali dell’ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga. Sarà l’ultimo intervento prima della sentenza, prevista per sabato 20 luglio.