
di Antonella Calcagni
Lo strano caso di Oliviero Toscani, Dottor Jekyll e Mr Hyde, insultato, accusato, boicottato per aver detto quello che pensava. «È questa L’Aquila?» Ora si chiede Toscani.
Dopo aver avuto porte aperte dappertutto per allestire i propri set, improvvisamente la città si è chiusa a riccio, il sindaco Massimo Cialente si è fatto negare al telefono, nessuno si è fatto più immortalare da quel Mr Hyde che odia gli aquilani.
Allora, va via contento Toscani: «Urlerò di gioia quando mi metterò in macchina – ha esclamato – Quando sei fotografo giri e guardi, cerchi di capire. E vorresti fare solo quello. Invece arrivano i giornalisti e ti fanno delle domande. Verbalizzi le tue impressioni. Poi se tu dici quello che pensi ti creano problemi».
E proprio a questo proposito Toscani aggiusta il tiro: «Città Puttana? Era una battuta artistica, una metafora. In questo Paese se si dicono cose ovvie è scandaloso. Io penso che questa città non vi vuole bene, vi vuole ammazzare. Questo succede da secoli, vorrei capire dove arriva il vostro masochismo».
Poi il fotografo zumma gli scandali del terremoto: su quei tubi «che non sono più innocenti, ma colpevoli, l’eccesso di zelo nel posizionarli è evidente che ha fatto arricchire qualcuno».
Tra uno scatto e l’altro Toscani ha capito che nella biblica ricostruzione aquilana «ci sono cose che non quadrano». «La gente parla e ti racconta spiegando – continua toscani – che qui lavorano sempre le stesse imprese, che all’Aquila per esempio ci sono quattro famiglie che comandano tutta la città e le loro case ovviamente sono già ricostruite. Anche le chiese sono tutte rifatte. Così potete aspettare che la divina Provvidenza vi aiuti».
Il Pessimismo cosmico di Toscani porta ad una sola conclusione: la natura è matrigna e «L’Aquila in queste condizioni non può essere ricostruita».
Poi Mr Hyde torna Dottor Jekyll: «Come fotografo posso dirvi che qui non è finita, si possono fare delle cose notevoli. Se ne sarebbero potute fare molte di più della municipalità che invece si è comportata vigliaccamente».
«Sarebbe bello fare una mostra all’Aquila con le facce degli aquilani che si sono fatti fotografare – aggiunge – Ci faremo un pensiero. Io sono qui perché voi siete i testimoni di questa tragedia che io voglio raccontare attraverso le vostre facce. Questa è una documentazione storica irripetibile. Se tutto questo dà fastidio la mostra la faremo a Roma o a Venezia dove saranno più interessati alle vicende aquilane».
Toscani è il testimonial di un progetto più ampio dal titolo ‘Aquilani digitali’ promosso da Nuvolaverde. Il progetto che si sintetizza in un sito donato a piazza d’Arti, ripropone la mappa dell’Aquila “abitata” da cittadini virtuali. «I veri nemici – ha detto il presidente di Nuvolaverde Enzo Arganti – sono quelli che hanno fatto politica sull’Aquila. Faremo di tutto e di più per dare un progetto culturale per questa città. Man mano che passa il tempo la parte digitale viene sostituita quella reale. Nel mese di novembre ci sarà una campagna per finanziare le associazioni cittadine attraverso sms dei gestori di telefonia».