Coliche del neonato: riconoscerle e affrontarle

22 luglio 2013 | 10:08
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Coliche del neonato: riconoscerle e affrontarle

Le coliche neonatali costituiscono un disturbo che colpisce circa il 10% dei lattanti nei primi mesi di vita e terminano spontaneamente entro i 3 mesi (il 60% dei casi) o i 4 mesi (oltre il 90%).

Esse vengono scatenate da attacchi di dolore addominale acuto, durante i quali il piccolo si contrae tirando le gambe verso l’addome, stringendo i pugni, portando in tensione gli addominali e emettendo gas, da qui l’appellativo di “coliche gassose del neonato”.

Nell’affrontare tale disturbo i genitori si sentono spesso impotenti e incapaci di trovare una soluzione al pianto disperato e inconsolabile del proprio figlio. Ci sono però alcuni accorgimenti che possono alleviare la situazione e favorire il benessere del piccolo.

Le cause

I ricercatori non sono ancora riusciti ad identificare le esatte cause d’origine di questi disturbi dolorosi nè il meccanismo che li scatena. L’ipotesi più accreditata chiama in causa l’aerofagia – legata all’eccessiva ingestione di aria durante pianto e poppate – e la flatulenza, legata alla fermentazione intestinale del latte materno.

Ma c’è anche chi ritiene abbiano un’origine psicosomatica e rappresentino una sorta di scarica emotiva del neonato, dopo una giornata di sforzi nell’adattamento ai diversi stimoli ambientali. Altri fattori predisponenti sembrano essere correlati al mancato ruttino del piccolo dopo la poppata, e all’esposizione al fumo di sigaretta sia durante la vita intrauterina che dopo il parto.

Come riconoscerle

Secondo una definizione classica si può parlare di coliche del neonato quando quest’ultimo manifesta un pianto che dura più di 3 ore al giorno, per più di 3 giorni alla settimana e per più di 3 settimane: è la ‘regola del 3’, coniata negli anni ’50 dal dottor Wessel e ancora oggi ritenuta valida.

Esistono inoltre due tipi di pianto da colica: uno si manifesta nelle ore serali, mentre per il resto del giorno il bimbo rimane piuttosto calmo, l’altro si può manifestare a tutte le ore del giorno ed è spesso accompagnato da segnali quali rigurgiti, occhi sgranati e ipersensibilità.

Il primo passo è comunque quello di interpellare il pediatra, solo lui infatti potrà escludere qualsiasi altra causa correlabile a manifestazioni dolorose, in particolar modo le condizioni più gravi – ostruzione intestinale, peritonite, ernia, pielonefrite, problemi neurologici – ed effettuare una corretta diagnosi.

Cosa fare

Non esiste un sistema definito e universalmente riconosciuto come valido per fronteggiare le coliche. La cosa migliore è procedere per tentativi, sperimentando di volta in volta ciò che può tranquillizzare il piccolo, diminuire gli stati dolorosi e dargli conforto.

Anche se attualmente non c’è alcun farmaco che abbia dimostrato una sicura efficacia nel trattamento delle coliche, la medicina ufficiale ha riconosciuto valido l’uso della diciclomina cloridrato, un principio attivo anticolinergico poco utilizzato, a causa dei potenziali effetti collaterali: apnea e difficoltà respiratorie.

Per quanto riguarda invece la fitoterapia, essa consiglia l’uso di piante carminative e spasmolitiche, come il finocchio, l’anice verde, la camomilla e la melissa.

Anche i probiotici possono avere un ruolo positivo nel trattamento delle coliche del neonato, così come la riduzione di alimenti più facilmente ricchi di allergeni alimentari, come soia, uovo, arachidi, grano e frutti di mare.

Particolari tecniche di massaggio possono poi creare sollievo, ma devono essere eseguite con una certa prudenza e da mani esperte. Semplici e non rischiosi rimedi possono essere: cercare di distrarre il piccolo con la musica, scaldargli l’addome con una borsa dell’acqua calda e ridurre le stimolazioni visive e acustiche, che possono irritare ulteriormente il piccolo.

[i]Fonte: Alfemminile.com[/i]