
di Valter Marcone
Entro spesso nelle chiese che trovo
lungo la strada
e mi fermo a guardare
gli angeli di pietra.
Mi domando se sono veri
Tanto veri o troppo falsi.
Passa un prete a volte,
un fiore vecchio di plastica
dai colori sbiaditi
su un altare a volte
ha un odore insopportabile.
Mi piacciono i falsi e i falsari
e leggo il mondo – a volte imitato
dalla letteratura dove il vento
fa suonare muovendo con il suo respiro
relitti, pietre, ciarpame, lampioni,
manifesti strappati, ferraglie, ombre –
come un libro di cose un poco vere
un poco false, un poco carne, un poco anima
sempre via per l’intero cammino
l’intero cammino con qualche pena
per quel gran ballo, quel gran ballo
che è la vita. . .
A volte non so che cosa
è vero e che cosa è falso
tra le cose e gli oggetti,
e così io pure potrei farmi cosa.
Un poco vera o un poco falsa; non lo so.
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