Masterclass In Italy: il racconto del presidente

di Claudia Giannone
Al termine del progetto “Masterclass In Italy”, che è stato svolto nel capoluogo abruzzese dal 20 al 29 luglio, è il presidente, nonché l’ideatore stesso, a parlare al nostro microfono, per poter esprimere la propria gratitudine nei confronti di chi ha aiutato a mettere in pratica l’idea e per parlare dell’esperienza in sé.
Si tratta di Francesco Civitareale, originario di Vittorito, che ha iniziato i propri studi musicali proprio nel Conservatorio A. Casella dell’Aquila.
«Sono molti i Masterclass che vengono ideati, ma io ho cercato di fare qualcosa di nuovo: ho voluto unire le tre discipline che vengono praticate (strumento, canto e danza), per poter realizzare dei nuovi spettacoli. Volevo fare in modo che l’esigenza di ogni disciplina venisse rispettata anche dalle altre. Tutto ciò può essere visto come un contesto di comunicazione tra i vari popoli: è un’esperienza multiculturale. Il Lussemburgo è già noto per quanto riguarda il contesto internazionale, per le attività delle comunità europee. Noi abbiamo voluto portare tutto ciò in Italia. Questa è stata la terza edizione del Masterclass, e per me è stato molto importante arrivare in Abruzzo. C’era la possibilità di essere ospitati in vari comuni, ma per ragioni politiche e sociali solo L’Aquila alla fine ha potuto. I ragazzi sono 130: sono arrivati dal Lussemburgo, ma le nazionalità sono differenti; a loro, si sono aggiunti 15 aquilani, che si sono integrati molto bene, e che sono a un buon livello. Ovviamente c’è la possibilità di ripetere l’esperienza il prossimo anno, e L’Aquila potrebbe essere presa in considerazione come sede fissa per le prossime edizioni: si vorrebbe ripetere il progetto almeno fino al 2019. L’Aquila diventerà la capitale della cultura».
«I ragazzi – continua Civitareale – sono stati entusiasti quest’anno, e soprattutto meravigliati nel vedere che, nello spettacolo fatto a Bussi, c’erano circa mille spettatori. È stato magnifico, e abbiamo ricevuto chiamate da circa 25 comuni per i prossimi anni. Anche lo spettacolo di Monticchio è stato positivo: i ragazzi sono stati disciplinati, corretti, e stanno crescendo musicalmente. Anche per l’ultimo saggio siamo stati accolti davvero bene: abbiamo ricevuto un’autorizzazione speciale temporanea per l’utilizzo del teatro del Conservatorio. È bello vedere che persone che hanno deciso di prendere questa strada, e non sono state selezionate, perché noi non procediamo con le selezioni, ora stanno raggiungendo tutto ciò. Il nostro scopo per ora è stato raggiunto. Si sa, a volte la burocrazia italiana è dura, e a L’Aquila questo è ancora più visibile. Ma dopo aver superato questi ostacoli, il progetto è stato portato avanti con il cuore. L’Aquila è una città ferita, ma non è morta. Gli abitanti sono gentili e disponibili. Questo dimostra ancora una volta che l’Abruzzo è una regione forte».
I ringraziamenti.
«Innanzitutto, devo ringraziare il dottor Lelio De Santis, che ci ha dato un aiuto particolare: ha accolto subito il progetto e lo ha preso a cuore, dimostrando solidarietà, interesse e simpatia. Ma devo ringraziare anche il Maestro Renzo Giuliani, che ha curato le pratiche amministrative per quanto riguarda i teatri, i luoghi, la logistica, i documenti e le autorizzazioni. Siamo amici da sempre, perché abbiamo studiato insieme al Conservatorio de L’Aquila: è una persona seria, e ha davvero confermato la nostra amicizia. Un ringraziamento va anche al Direttore della struttura, e al personale che è stato sempre gentilissimo».
«Ovviamente, non si possono dimenticare – aggiunge – tutte le persone che ci hanno sempre accompagnati in questo cammino: sono con noi 19 docenti provenienti da ogni parte del mondo, che godono di altissima fama. Inoltre, ci sono 3 pianisti accompagnatori, un’infermiera professionista, e tutto lo staff tecnico, che è riuscito ad inquadrare i ragazzi minorenni secondo le leggi in vigore in Lussemburgo. E un ringraziamento speciale va al Canadian Hotel, per la disponibilità e l’accoglienza a noi riservata».