Chieti: sesso per case popolari, assessore ai domiciliari

Concussione, tentata concussione e violenza sessuale sono le accuse contestate all’assessore con delega alle Politiche della casa del Comune di Chieti, Ivo D’Agostino, e contenute nel provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip del tribunale di Chieti, su richiesta del pubblico ministero.
D’Agostino, che è stato posto agli arresti domiciliari, secondo l’accusa avrebbe preteso prestazioni sessuali in cambio di assegnazione di alloggi.
Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, ha avocato a sè le deleghe dell’assessore D’Agostino.
LE INDAGINI – E’ stata denominata “[i]Sex for house[/i]” l’operazione di polizia giudiziaria condotta dalla squadra mobile di Chieti – II sezione – culminata con l’arresto ai domiciliari dell’assessore del Comune di Chieti Ivo D’Agostino con deleghe alle Politiche della Casa, Protezione civile, igiene e sanità, traffico e viabilità. Le contestazioni sono di concussione tentata e consumata e violenza sessuale aggravata. I particolari sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa dal questore di Chieti, Filippo Barboso, dal dirigente della squadra mobile, Francesco Costantini.
A dare il via alle indagini la denuncia presentata lo scorso 6 giugno da una delle presunte vittime, di nazionalità caraibica, la quale si era recata presso l’assessorato alle politiche per la casa in cerca di un alloggio. L’assessore avrebbe in seguito, secondo l’accusa, approfittato dello stato di necessità della donna per carpirne favori sessuali.
Altre quattro donne, tutte giovani ed avvenenti, sono state poi rintracciate dagli uomini della mobile, grazie anche alla collaborazione del responsabile della locale Caritas. Si tratta di una rumena, di una polacca e di due cittadine italiane, tutte estremamente bisognose, le quali, dopo un’iniziale timore, hanno ammesso di essere state vittime dello stesso modus operandi da parte dell’assessore. Gli episodi si sarebbero verificati in un arco temporale che va dal novembre 2011 a poche settimane fa.
La misura cautelare agli arresti domiciliari è stata firmata dal gip del tribunale di Chieti, Paolo Di Geronimo, su richiesta del pubblico ministero Lucia Campo la quale aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.