Perdonanza passerella religiosa

30 luglio 2013 | 09:32
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Perdonanza passerella religiosa

[i] – Signore, Siamo veramente arrivati alla frutta?

– Perché mai, mia devota signora?

– Per un lungo periodo di tempo ho sentito continuamente il Sindaco e qualche suo compagno di “merenda” blaterare che i vari personaggi, politici e non politici, che sono venuti in visita a L’Aquila hanno usato la città come una passerella dell’alta moda solamente per mettersi in mostra attraverso le televisioni e gli organi di stampa, senza apportare alcun beneficio agli aquilani. Secondo Voi potrebbe essere vero tutto ciò?

– Cara figliola, ti facevo molto più attenta, perché non sei riuscita a rilevare che il Sindaco dell’Aquila da quella passerella non è mai sceso. Le ha calcate tutte. Quella del sisma, quella delle Tv, quelle delle radio, quelle della carta stampata, anche quelle di Facebook. Mancava la sola passerella religiosa, indispensabile per conseguire maggiore notorietà e per la remissione gratuita di tutti i peccati commessi durante la sua vita politica, a suo dire molto intensa e proficua per la città e il Paese. Eppure, eri riuscita a dipingere con molta appropriazione il comportamento, le attitudini, le qualità e le inclinazioni del tuo Primo Cittadino, accostandolo a quell’adeguato detto latino che gli si addice molto bene: “Omnis homo mendax”.

– Signore, forse é vero quello che Voi dite. Sono stata distratta dagli impegni familiari, dai debiti, dalla casa ancora danneggiata, dalla scadenza della lunga serie di “pagherò”, a cui devo far fronte per non morire di fame e per cercare di aiutare il mio povero figlio medico ancora disoccupato. Non credevo, però, che, dopo le dure critiche rivolte a tutto il mondo, anche a Voi Signore, il Sindaco avesse potuto pretendere con tenacia l’assegnazione del ruolo di “portatore della bolla“.

– Mia cara signora, non vorrei affrontare questo discorso con una approfondita analisi e con un artificioso giro di parole per meglio definire, in maniera civile, il comportamento del Governatore della tua città. Sappi, comunque, che quasi sempre “le bugie hanno le gambe corte”. Come vedi, e come tutti gli aquilani possono vedere e constatare, é assai difficile che una bugia vada lontano, ovvero non è facile tenere a lungo in piedi qualcosa che si fonda sulla menzogna. É una vera e propria prosecuzione di varie sentenze mediolatine, riconducibili ad un unico modello: “Mendacia curta semper habent crura”. Questo concetto, a sua volta, si spiega bene come riferimento ad una favola di Fedro, in cui si narra come Prometeo plasmò nell’argilla “veritas”, verità, mentre il suo aiutante Inganno iniziò di nascosto a fare una statua identica, per i piedi della quale venne a mancare l’argilla: essa venne lasciata mutila e chiamata “mendacium”, menzogna.

Questo é quello che quotidianamente avviene nella tua città. L’aspetto che mi preoccupa di più, mia cara amica, non è il fatto che i bugiardi possano continuare a mentire indisturbatamente. Mi preoccupa molto di più che la categoria dei mendaci cresca in maniera vertiginosa e dilaghi sempre più, facendo proseliti in maniera grandiosa.

Guarda pure che cosa ha affermato il Manager della Sanità in merito alla permanenza del Sindaco come Dirigente della SAL. Le due cariche sono compatibili, anche se il Sindaco é, altresì, il maggiore responsabile della sanità locale. Egli è convinto di mentire, ha avuto l’ardire di affermare che le due o tre cariche del Sindaco non sono incompatibili. Guarda come é vero il vecchio detto che “le bugie hanno le gambe corte”. Infatti, il Sindaco di Avezzano si è dovuto mettere in aspettativa dalla carica di Dirigente, mentre il Sindaco dell’Aquila, dalla posizione di aspettativa, è stato nuovamente inserito nel ruolo della dirigenza della ASL. Strano, ma vero! Gli smemorati di Collegno, spesso, applicano la stessa norma usando indifferentemente i due piatti della bilancia. Per taluni vale la regola dell’incompatibilità. Per altri, invece, vale la compatibilità.

Vorrei tornare, però, alla faccenda della Perdonanza. Il Governatore della città, nell’esercizio dei dispotici poteri del “podestà” della città di Federico, in un primo tempo ha cercato di imporre la propria volontà per portare da solo e per l’intero percorso la famosa “Bolla”. Poi, visto un embrionale movimento di sommossa della popolazione, é sceso a miti consigli, accontentandosi di portare la “bolla” fino a Piazza Duomo. Non per la protesta degli aquilani. Solamente perché, in un momento di nere ore di riflessione, ha realizzato che si potrebbe verificare il caso che il Celestino potrebbe tirargli il brutto tiro di non fare aprire la Porta Santa. Non solo. Potrebbe anche impedirgli l’ingresso nella Basilica, in quanto non si é sottoposto al processo della pubblica confessione dei peccati commessi nel corso della sua lunga carriera. Cara amica, ti assicuro che sono tanti e, se li dovesse confessare tutti correttamente, penso che non basterebbe un biennio, ritardando, di conseguenza, la cerimonia della “Perdonanza Celestiniana”. Questa è l’unica ragione che lo ha fatto desistere dai suoi prepotenti propositi. Ora che sai tutto, lo puoi anche riferire ai cittadini della tua martoriata città, in maniera che sappiano che cosa significhi realmente il vecchio detto: “le bugie hanno le gambe corte”.

– Signore, sapevi tutte queste cose e non me le hai dette prima. Avrei anche potuto evitare alla mia città tante brutte figure. Comunque, é bene sapere giustamente ogni cosa allo scopo di imparare a riconoscere, senza ombra di dubbio, i “mendaci”, gli opportunisti e i millantatori. Nel momento in cui lo riterrete opportuno, richiamatemi pure accanto a voi prima di essere contaminata dai portatori sani della “mendacia”. E così sia.[/i]

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