
«Non esistono città sicure sulla base di numeri, ma sulla base del bisogno percepito». Lo ha detto il nuovo questore dell’Aquila, Vittorio Rizzi, nel suo primo incontro con la stampa dopo l’insediamento al posto di Giovanni Pinto. Proprio rispetto a quest’ultimo Rizzi, 53 anni, ha mostrato discontinuità sul tema della sicurezza, definita «un bene primario che non può venire meno» al di là delle statistiche sui reati che il predecessore aveva impiegato per definire «non fondata su elementi oggettivi» la percezione di insicurezza che mostrano di avere oggi i cittadini del capoluogo.
Rizzi si è definito un nuovo questore “investigatore”, visto che ha guidato la squadra Mobile di Milano e quella di Roma, prima di essere a capo della polizia Stradale. Ma anche un questore “manager pubblico”, che punterà a ottimizzare le poche risorse umane e di mezzi disponibili «per rendere operativo e mettere in campo ogni uomo possibile». «In questo senso – ha spiegato – ho visto che questa questura è ben impostata, con molte risorse operative sul territorio».
Il questore ha iniziato il suo primo incontro con la stampa parlando del sisma del 6 aprile 2009. «Nel momento in cui arrivo in una città vittima di un evento così drammatico – ha detto – mi sento inevitabilmente schierato dalla parte delle vittime, che sono sempre innocenti».
Il nuovo questore non ha voluto sbilanciarsi sulle prossime strategie, ma ha spiegato di aver controllato i media e di aver visto «temi su cui c’è molta attenzione di stampa e opinione pubblica, su questi temi bisogna dare delle risposte e non ci si può sottrarre». «L’andamento dei furti – ha elencato – la percezione di sicurezza, i reati predatori, se siano calati o mutati, le infiltrazioni. Saprò dare indicazioni più concrete lavorandoci, ho già cominciato».
Tutto ciò con le poche risorse disponibili, «un tema trasversale a tutta la nostra realtà. Esiste il problema di una polizia che sta diventando anziana – ha ammesso – questo comporta aspetti tecnici e politici e a me competono solo i primi».