
Continua la ricerca sperimentale sui precursori sismici della Fondazione Giampaolo Giuliani onlus, diretta da Leonardo Nicolì e presieduta dallo stesso Giampaolo Giuliani, noto per i suoi studi, ad oggi non riconosciuti scientificamente, sulle correlazioni tra il radon e gli eventi sismici. Ricerca che, secondo quanto riferito da Nicolì, «negli ultimi mesi ha fatto nuovi e importantissimi passi avanti nella determinazione del precursore attraverso le emissioni radon dal sottosuolo, anche grazie ad un rivelatore gamma di nuova generazione».
Nicolì ha inoltre annunciato la sottoscrizione, da parte della Fondazione Giuliani, di «nuove e importanti collaborazioni», sottolineando, «quella con l’Academia Sinica di Taiwan», finalizzata a «monitorare il territorio dell’isola indonesiana per mezzo di una rete di rivelatori gamma in fase di avanzata realizzazione presso i laboratori della Fondazione Giuliani».
«L’Istituto di Scienza della Terra di Taipei – ha precisato Nicolì – sta sviluppando un progetto multidisciplinare per la ricerca sui precursori sismici con la partecipazione di ricercatori ed enti provenienti da diverse nazioni. La Fondazione Giuliani partecipa al progetto con la sua ricerca sperimentale basata sull’analisi di variazioni di concentrazioni di Radon, osservate con gli stessi strumenti attualmente utilizzati in Abruzzo. L’accordo prevede l’installazione di quattro rivelatori, opportunamente distribuiti sul territorio per avere una rete di monitoraggio che copra l’intera isola di Taiwan».
«La collaborazione – ha sottolineato il direttore della Fondazione Giuliani – nasce anche grazie all’utilizzo in remoto dei dati forniti dalle attuali stazioni già operative in Abruzzo e quella installata due anni fa ad Orange in California, una quarantina di chilometri a Sud di Los Angeles, con lo scopo di monitorare la sismicità in una delle zone a maggior rischio sismico al mondo».
«L’isola di Taiwan – ha ricordato Nicolì – è stata colpita recentemente da un violento terremoto e da Taipei fanno sapere di confidare che con il metodo utilizzato nella ricerca sperimentale di Giuliani, unitamente agli altri sistemi applicati e tra loro correlati, si possa imprimere un vigoroso impulso per una maggiore conoscenza dei fenomeni ad esso legati e su una migliore mitigazione del rischio sismico». «L’isola di Taiwan – ha precisato Nicolì – è situata ai confini di Placca sulla cosiddetta “cintura di fuoco” ed è uno dei luoghi più pericolosi, dove possono manifestarsi terremoti altamente distruttivi, come quello che colpì il Giappone l’11 marzo 2011 di magnitudo Richter 9.0».
«Nella piccola frazione aquilana di Coppito, divenuta famosa a seguito del G8 del 2009 – ha aggiunto il direttore della Fondazione Giuliani – sono in via di allestimento i nuovi rivelatori che presentano sostanziali innovazioni rispetto a quelli fino ad oggi realizzati, per esempio si è ridotto da 700 chilogrammi a 400 chilogrammi il peso della parte meccanica ed è stata ulteriormente migliorata l’elettronica di acquisizione, utilizzando in questa circostanza tecnologia Hamamatsu fornita dalla casa giapponese. Si nutrono ottime speranze di vedere in funzione entro la fine di ottobre la nuova rete di monitoraggio. I dati raccolti saranno controllati in remoto attraverso l’Area Scientifica del sito www.fondazionegiuliani.it ed entreranno nella rete di monitoraggio del progetto “Tellus” avviato lo scorso mese di febbraio e che a breve sarà ufficialmente presentato in Italia (www.tellus.statodiallerta.it)».
Sul fronte della ricerca in California Nicolì ha precisato infine che «il contratto di collaborazione scientifica con la Chapman University di Orange, è stato rinnovato per un ulteriore biennio ed è allo studio la possibilità di incrementare la rete di monitoraggio californiana con i nuovi rivelatori di ultima generazione».