Cure staminali per tutti i malati

3 agosto 2013 | 11:10
Share0
Cure staminali per tutti i malati

Dopo le grandi polemiche nazionali in merito al protocollo d’accesso alle cure staminali (cosìddetto metodo Stamina del professore siciliano Vannoni, ndr) e dopo il diniego del tribunale di Chieti a Noemi, la bambina di Guardiagrele, la Regione Abruzzo è stata la prima amministrazione a prendere una posizione netta sul problema chiedendo a Governo di autorizzare l’accesso alle cure staminali per tutti i malati che ne facciano richiesta.

«Sto ricevendo chiamate da tutta Italia, da parte di consiglieri regionali di diverse Regioni interessati a fare propria la nostra risoluzione sul metodo Stamina». Lo dichiara il consigliere regionale d’Abruzzo Emilio Nasuti, dopo l’approvazione all’unanimità da parte dell’Aula, nella seduta di martedì scorso, della risoluzione in cui si chiede al Governo di permettere l’accesso alle cure staminali, attraverso il metodo Stamina, a tutti i pazienti che dovessero farne richiesta.

«L’Abruzzo è stata la prima Regione in Italia a prendere posizione su questa terapia – continua Nasuti – e mercoledì anche l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato una legge che individua due centri dove potersi sottoporre alla terapia del professor Vannoni, il cui protocollo è stato depositato in questi giorni al Ministero della Salute.

«Sono stato invitato a un convegno a Palermo con il presidente, Rosario Crocetta, e mi hanno contattato consiglieri di Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Veneto e Lazio per avere informazioni sul documento approvato all’Emiciclo, cui è seguita un’iniziativa di un centinaio di parlamentari che va nella stessa direzione.

Sono davvero orgoglioso che la nostra Regione venga presa a modello in tutto il Paese, per quella che ritengo sia una battaglia di civiltà. Il diritto alla salute è costituzionalmente garantito a tutti e, anche nelle more della giusta e doverosa sperimentazione, non si può legare l’accesso a una terapia alla discrezionalità, e all’ovvia incertezza, di una sentenza del tribunale».

Il consigliere ricorda anche il caso della piccola Noemi, la bimba di un anno di Guardiagrele, affetta da una grave patologia genetica, a cui il tribunale di Chieti ha negato l’accesso al metodo Stamina.

«Non entro nel merito della decisione del magistrato – conclude Nasuti – il punto è che altri giudici, in altre città, si sono invece espressi in senso contrario. Appare dunque evidente che si creano inevitabilmente discriminazioni e disparità di trattamento tra persone che già si trovano a vivere il dramma della malattia. E questo non può e non deve accadere».