
Il 5.4% della popolazione abruzzese è affetta da diabete, il 2.65% si ricovera per malattie cardio-celebrovascolari e l’1.7% è colpito da tumore. Questi i dati registrati in Abruzzo tra il 2011 e il 2012, numeri che hanno spinto la Regione a promuovere alcune campagne di prevenzione per le malattie più frequenti. Da ottobre 2012 sono infatti partite le campagne previste nel piano della comunicazione istituzionale in sanità 2012/2013. Su dieci, cinque di esse si sono appena concluse.
«L’obiettivo – spiega il presidente della Regione Gianni Chiodi – è quello di facilitare la conoscenza e la corretta fruizione dei servizi sanitari al fine di sensibilizzare la cittadinanza sui sintomi e sugli opportuni accorgimenti di prevenzione». Strumenti di informazione «agili, visibili, facilmente accessibili e comprensibili», per muoversi nel modo giusto all’interno di un sistema sanitario certamente complesso.
Spot televisivi, pubblicità su giornali locali, diffusione di materiale informativo in farmacie, Cup, distretti sanitari, Urp, studi dei medici di base e dei pediatri, servizi e reparti ospedalieri, università, locali pubblici e centri commerciali sono stati, e continueranno ad essere nei prossimi mesi, il mezzo attraverso cui raggiungere tutti i cittadini abruzzesi.
Nello specifico la prima campagna partita ad ottobre ha riguardato le dipendenze patologiche ed ha avuto come riferimento i Sert, deputati alla diagnosi e la cura dei pazienti. La campagna non ha riguardato esclusivamente le dipendenze da sostanze stupefacenti e i problemi legati all’alcol, ma ha allargato il suo intervento anche su nuovi tipi di dipendenza come quella dai videogiochi, dal fumo, da internet, dai farmaci, dallo shopping e dalle scommesse.
Con la seconda campagna l’attenzione è stata rivolta a chi soffre di disturbi mentali, campo in cui esiste ancora troppa poca volontà di informarsi, per via di stereotipi e pregiudizi che investono i parenti del malato ancor prima di chi ne soffre. Un pregiudizio contro cui combattono ogni giorno i medici dei dipartimenti di salute mentale (Dsm) e i servizi di diagnosi e cura (Spdc).
“[i]Adottare un corretto stile di vita[/i]” è stato invece il motto sotto cui è sorta la terza campagna di comunicazione che ha riguardato la prevenzione dei rischi di infarto e ictus, patologie che colpiscono una fetta sempre maggiore di popolazione e che registrano i più elevati tassi di mortalità. Promuoverne la prevenzione significa quindi indirizzare la popolazione verso stili di vita più salutari e far conoscere l’importanza del ruolo che svolgono nella cura di queste patologia le cardiologie e le Stroke Unit ovvero le unità di diagnosi e terapia intensiva dell’ictus.
Strettamente collegata a questa è stata l’ultima campagna lanciata, quella sul diabete, che anticipa in qualche modo la successiva che riguarderà proprio i disturbi alimentari relativi a obesità, bulimia e anoressia. Una campagna quella sul diabete incentrata proprio sull’alimentazione e la sana attività fisica da seguire sin dall’infanzia.
Di particolare impatto sociale è stata la campagna dedicata alle malattie oncologiche e alla rete di servizi di oncologia, che prendono in carico il paziente in modo globale, completo e multidisciplinare, accompagnandolo in ogni fase del percorso, a partire dal momento della diagnosi fino a quello della cura, «non lasciandolo mai solo».
Per Chiodi ci troviamo di fronte a interventi necessari al fine di ribadire quella «sensibilità particolare che si è sempre avuta nei confronti dei bisogni dei cittadini, che stiamo aiutando ad orientarsi all’interno delle strutture sanitarie, sempre più qualificate, presenti sul territorio regionale».