Stand up paddle: mare 0, surfista 1

4 agosto 2013 | 12:02
Share0
Stand up paddle: mare 0, surfista 1

di Gioia Chiostri

Cos’è il Sup? Ebbene, non volendo basarci troppo sulla noiosa etimologia, che, diciamolo, d’estate affatica più del sudoku, basterebbe anche dire che il Sup, o meglio lo Stand up Paddle è il surf banalmente conosciuto più l’azione di rimanere in piedi (stand up), pagaiando (to paddle). Faticoso, ma divertente. Eccentrico e già sfruttato per il vigore muscolare da moltissimi vip e nip.

Come si esercita? Semplicemente, si pagaia in piedi su una tavola come dei veri e propri ‘gondolieri del mare’: una via di mezzo tra surf e canoa, adatto ad ogni tipo di persona. Ma la vera novità consiste nella possibilità di passeggiare per mare lungo le coste, svolgendo così una sana e tonificante attività fisica. E che attività! È come se il corpo facesse jogging in acqua. Si agisce sull’apparato respiratorio, l’attività cardiocircolatoria e, attraverso degli esercizi di base, vengono interessati i principali distretti muscolari, a cominciare dalle fasce che sostengono il rachide.

Questa disciplina è nata 3 o 4 anni fa nelle Hawaii; successivamente si è diffusa in California e alla fine ha toccato anche le coste Europee. In Italia, invece, è arrivata lo scorso anno e per questa nuova stagione l’interesse è già più che raddoppiato.

{{*ExtraImg_154109_ArtImgRight_300x128_}}Surf e canoa convolati a nozze, quindi. Dal primo sport prende la caratteristica di scorrere sull’acqua, in piedi su una tavola, e di potere cavalcare le onde. La tavola, però, presenta delle caratteristiche specifiche: molto più larga e stabile di una tavola da surf e molto simile, dunque, a una tavola lunga da windsurf (long board) senza deriva. Si costruisce principalmente con un mix di polistirolo, fibra di vetro e una speciale resina; può avere una dimensione doppia o anche tripla rispetto a una normale tavola da surf da onda. La lunga pagaia, inoltre, è realizzata in carbonio e ha una pala inclinata di circa trenta gradi, che la rende più efficace rispetto ad una pagaia normale.

Dalla canoa non eredita solo la pagaia, ma anche l’‘amor maris’, se così di potrebbe definire quella passione che porta ognuno ad esplorare gole, grotte, calette e quant’altro sul filo dell’acqua. Nel caso del Sup, però, pagaiando in piedi, cambia lo scenario che ci si trova davanti, e anche le sensazioni: più lento di un windsurf sospinto dal vento, ma sicuramente più veloce di una canoa.

Il punto di forza è che può essere utilizzato da chiunque, a qualsiasi età e senza un particolare allenamento. Le case produttrici, oltretutto, forniscono una gamma infinita di tavole specifiche, andando dalla tavola da onda a quella ideale per scorrere sull’acqua piatta.

{{*ExtraImg_154110_ArtImgLeft_300x219_}}La tecnica del pagaiare ha le sue regole. Le prime lezioni sono le più semplici: si esce quando il mare è piatto sotto costa e si inizia a imparare a remare in piedi. Appena la pagaia diventa un’amica fedele, si possono affrontare le onde. Il Sup presenta però anche un vantaggio in più: non ha bisogno solo dell’onda, bastano di fatti i remi, e dunque si può fare ovunque. Dono dell’ubiquità, quindi, ma anche sforzo fisico e benessere della mente che beve l’orizzonte marino. Siete indecisi se prendere o no il pedalò in vacanza? Il sup potrebbe mettere un punto al vostro problema.