
di Antonella Calcagni
Altro che cronoprogramma! A dettare i tempi della ricostruzione potrebbero essere i giudici del Tar e non il Comune dell’Aquila. I ricorsi continuano a fioccare contro l’amministrazione comunale: sempre più cittadini, in barba alle priorità e ai tempi della ricostruzione imposti dal comune dell’Aquila, sembrano avere fretta di ottenere il buono contributo.
«Sono valanghe i ricorsi notificati finora – ha spiegato l’assessore con delega al Contezioso, Lelio De Santis – tutti i ricorrenti chiedono la nomina di un commissario ad acta per ottenere entro i 60 giorni previsti dalla legge l’emissione del Buono contributo. Si tratta di ricorsi vinti al 99,9%. Il Comune paga, anche se la responsabilità non è dell’amministrazione comunale».
Insomma, De Santis non lo dice, ma il timore è che il dualismo Filiera-Comune, possa riproporsi pari pari fra Ufficio Speciale e Comune dell’Aquila. Il gap di arretrato delle pratiche della periferia non è stato colmato. Finora nessuna scheda parametrica ha completato l’istruttoria, con la conseguente emissione del Buono contributo (da parte del Comune) che consente ai progettisti di avviare la fase due del progetto.
Per quanto riguarda il centro storico, a rivolgersi al Tar per ottenere la nomina del commissario ad acta sono al momento i proprietari che si trovano al di fuori dell’asse centrale che chiedono di avere entro 60 giorni il Buono contributo. Secondo tali cittadini a valere è l’ordinanza che fissa il termine dei sessanta giorni per l’istruttoria e non la delibera sul cronoprogramma che, da un punto di vista delle fonti del diritto, sarebbe carta straccia rispetto ad una Opcm. Tra poco a rivolgersi ai giudici amministrativi, a meno che l’ufficio di Aielli non metta il turbo, saranno anche i proprietari dell’asse centrale che non si vedranno sfornare le parametriche entro i fatidici due mesi.
Al momento c’è solo una certezza: il capitolo del bilancio comunale dedicato al pagamento delle spese per i ricorsi al Tar, pari a 250 mila euro, si è già esaurito e siamo solo in agosto.
«All’orizzonte si profila la necessità di rimpinguare il fondo almeno di altri 50 mila euro – spiega De Santis – così come chiede l’avvocatura». Ieri è stata ritirata la delibera a firma di de Santis tesa ad aggiungere i 50 mila euro necessari. «Abbiamo deciso di affrontare il problema di petto – ha spiegato De Santis – facendo un incontro subito dopo le ferie con l’Ufficio Speciale e gli uffici comunali della Ricostruzione. Non possiamo pagare per l’inefficienza di altri».