
Ad ogni notte di San Lorenzo vicina, ci si arma di un desiderio inespresso: chi ha bisogno di un amore nuovo, chi di una casa, chi di una nuova identità.
Ma perché riporre i nostri guai nel mito di una stella che viene giù precipitando?
Stelle cadenti: miseri resti rocciosi di meteoriti che prendono fuoco a contatto con l’atmosfera che ingabbia il nostro pianeta Terra.
Eppure noi crediamo nel loro potere ‘divincola sogni’, crediamo possano darci una mano, regalarci un secondo di illusione ‘sì, si può fare’ o di ‘perché no?’.
Abbiamo fede nel mito delle stelle. «Se ho visto cadere una stella, tutto è possibile», si pensa.
Perché ci facciamo suggestionare in questo modo?
È così tetra la realtà da volerla barattare addirittura con l’illusione di un sogno al galoppo di una stella cometa?
Quest’anno, lo sciame di meteore comunemente conosciuto come “lacrime di San Lorenzo”, che ricorre qualche giorno prima della metà del mese, promette di fare faville.
Questa affermazione proviene dall’ultimo studio della Nasa, condotto da Bill Cooke del Meteoroid Environment Office: una ‘stazione meteorologica’ che studia esclusivamente le stelle cadenti. Grazie ad una rete di telecamere sparse nel sud degli Stati Uniti, infatti, Cooke e colleghi hanno monitorato per cinque anni l’attività degli sciami meteorici che investono il nostro pianeta nel corso di ogni stagione. Ebbene, le Perseidi sono di gran lunga quelle più luminose e brillanti.
Secondo gli astronomi potremo osservare da un minimo di cinquanta meteoreper ora fino ad un massimo di cento. Un vero colpo d’occhio. Le notti migliori sembrano essere quelle tra l’11 e il 12 e tra il 12 e il 13, ossia proprio quando vi sarà il picco massimo di avvistamenti, a partire dalla mezzanotte e fino ai primi chiarori dell’alba. Favorevole anche l’assenza della luna, cari spiriti romantici, che tramonterà intorno alle 22:40 e, perciò, non disturberà con il suo bagliore l’osservazione dell’atteso fenomeno.
Ma come ci comportiamo dinanzi ad un cielo pieno di stelle pronte a tuffarsi nel vuoto? C’è il tipo che non ci crede, lui è un agnostico/ateo/troppo razionale. Vi dirà che è solo polvere di meteorite, detriti rocciosi appartenuti a chissà quale nebulosa originaria, spazzatura celeste, e che non val la pena perdere del tempo a ‘cacciarle’, le stelle. C’è poi il romantico: lui sì che vive la notte di San Lorenzo nel migliore dei modi; strabuzza gli occhi in cerca di punti luminosi e, avvistata la stella cadente che fa per lui, beh, non dice nulla agli altri della compagnia. Se la tiene per sé. La cattura con lo sguardo malinconico e ripensa al suo primo sfortunato amore. Tenterà di rubarvi la vostra stella, state allerta: lui ha una cantina piena di desideri da realizzare.
Passiamo al sapiente/saccente; lui sa tutto delle stelle: dove cadranno, qual’è il modo migliore per vederle, quali desideri è il caso di esprimere e quali no; sa anche, suppergiù, quando s’avvererà il desiderio espresso. È il tuttologo della notte dei diamanti nel cielo, e non vi darà pace né requie. Sue frasi tipiche sono ‘L’ho vista, è lì’, oppure ‘te l’avevo detto che sarebbe passata a nord ovest’ o ancora ‘guarda fisso quel punto, fra dieci minuti ne dovrebbe cadere un’altra’. Per lui la caccia alle stelle è una specie di professione. Magari ha con sé la mappa delle costellazioni: non si sa mai dovesse avvistare qualche figura nuova a cui dare il suo nome.
E, infine, c’è il subdolo: colui che fa finta di non credere all’immensità del cielo, ma che, in fondo, è più innamorato di un bambino che adora la propria merendina al cioccolato. Magari va a vederle anche con la ragazza o la moglie, ma, badate, non dà soddisfazione. È il tipo che appena la vede la indica con disprezzo, e dice: ‘ toh! Una stella cadente!’. Ma è nel suo cuore che batte il pensiero più profondo: ‘speriamo che mi baci’, riflette fra sé e sé. E io vi dico: speriamo il cielo baci anche voi: a volte per andare avanti occorre un segnale. E magari stasera troverete proprio il vostro, lassù, nascosto fra milioni di stelle lontane anni luce.