
La situazione della maggioranza del comune di Pizzoli non migliora. Sei consiglieri spaccano la maggioranza e scrivono una lettera contro il loro Sindaco.
Sostenuta da quattro consiglieri della maggioranza, il sindaco Angela D’Andrea può contare sull’appoggio del Partito Democratico ed è determinata ad andare avanti.
Dall’altra parte si pone invece il compagno politico del sindaco D’Andrea, cioè l’ex sindaco Gianni Anastasio.
Sindaco di Pizzoli per due mandati, Gianni Anastasio aveva un rapporto di grande fiducia con Angela D’Andrea, che ricopriva il ruolo di Vice sindaco.
Alle scorse elezioni del 2010, il Pd di Pizzoli ha scelto di candidare la D’Andrea come primo cittadino, con la benedizione di Gianni Anastasio. Ora l’equilibrio fra i due sembra essersi è rotto e qualcuno vorrebbe che il prezzo da pagare per questo fosse la stabilità dell’intera amministrazione.
Con un consiglio comunale di sedici consiglieri oltre il Sindaco, i dissidenti potrebbero destituire il primo cittadino con le dimissioni della metà dei consiglieri più uno e, quindi, costringere Pizzoli a tornare a nuove elezioni.
Gianni Anastasio e altri cinque consiglieri, Massimiliano Angelucci, Roberto Ioannucci, Angelo Ranieri, Gabriella Sette e Laura Testa hanno reso pubblica questa mattina una lettera di sfiducia del sindaco con dei toni molto forti, che fanno eco alla riunione politica estremamente movimentata di ieri sera.
«Gli articoli di stampa di martedì 30 e mercoledì 31 luglio 2013, a firma del Sindaco Angela D’Andrea – si legge nella nota -, rappresentano l’epilogo di una serie di atteggiamenti fuori dalle righe della stessa, che, uniti ad una condizione di stallo amministrativo perdurante da mesi, ha reso la situazione all’interno del Paese e dell’Amministrazione Comunale, che ne subiscono gli altalenanti stati d’animo, non più sopportabile».
Prosegue Anastasio «nel mese di dicembre 2012 il Sindaco ha azzerato l’intera Giunta Comunale senza un motivo razionale, per poi rinominare successivamente gli stessi assessori con le stesse deleghe.
Nel mese di marzo 2013, il Sindaco, durante lo svolgimento di una seduta di Consiglio Comunale, senza una precisa motivazione e con sorpresa dei presenti, rassegnava le proprie dimissioni in modo irrevocabile per poi revocarle dopo venti giorni.
Nel mese di luglio 2013 il Sindaco, per ben due volte consecutive, non si presentava in Consiglio Comunale, per poi inviare gli atti, approvati da tutti i Consiglieri di maggioranza nelle sedute in cui la stessa era assente, alla Corte dei Conti.
Nel mese di luglio 2013 il Sindaco destituiva un assessore ed azzerava le deleghe ad altro assessore in maniera autoritaria ed anche questa volta senza condividerne le motivazioni.
Il giorno 30 luglio 2013 il Sindaco faceva pubblicare sulla stampa un articolo con il quale, usando una terminologia ambigua che lasciava spazio a plurime interpretazioni: “rendite di posizione – padri padroni”, faceva intendere, tra l’altro, un comportamento “mafioso” solo di quei Consiglieri della maggioranza che non hanno condiviso le sue decisioni.
“Mi vogliono far fare cose strane” ha dichiarato il Sindaco ai quattro venti, come se proporre una soluzione migliore, ma diversa dalla sua sia da considerare strano e facendo pensare, a chi può non conoscere di cosa si stia parlando, chissà che cosa si voglia fare di tanto grave o illegittimo; la verità è che strano ed incomprensibile è il comportamento del Sindaco!
La principale attività del Sindaco D’Andrea sembra essere diventata scontrarsi e denigrare chi è stato eletto per amministrare con lei ed assecondare coloro che strumentalmente condividono questo suo comportamento;
Anche in momenti di difficoltà come questo e chiedendo scusa a tutti i Cittadini, i Consiglieri della maggioranza si assumono ancora una volta la responsabilità di scelte difficili per il bene della collettività e del Comune;
Per quanto sopra esposto – concludono i consiglieri – e per molto altro, che ci si riserva di chiarire ulteriormente nelle sedi appropriate, i firmatari della presente ritengono non sussistere più le condizioni per proseguire il cammino politico – amministrativo di questa legislatura, in quanto l’auto-isolamento del primo cittadino sta lentamente sprofondando il Comune nella paralisi amministrativa».