
di Antonella Calcagni
Il sindaco ha firmato ieri l’ordinanza con la quale chiude la basilica di Collemaggio.
Nel testo del provvedimento Cialente cita lo studio “galeotto” eseguito dall’Università per conto dell’Eni nel quale si evince «il rilevamento di gravi e diffusi distacchi fra i parametri murari della facciata Nord (quella della porta Santa) nonché della pareti della navata».
Per il sindaco lo stato di emergenza è tale da non consentire l’intervento di opere provvisionali, non resta allora che «l’immediata chiusura della basilica nelle more dell’effettuazione di ulteriori e più approfonditi e manutenzione dei presidi di puntellamento, ovvero dell’avio di riparazione dell’edificio».
«La Perdonanza è comunque salva» – ci tiene a dire il sindaco Massimo Cialente.
I fedeli come nell’anno del sisma potranno entrare dalla porta laterale della facciata principale ed uscire dal portale centrale attraverso un percorso messo in sicurezza. Insomma, per tre anni i fedeli potranno scordarsi della porta santa. Il perdono, però spiega Cialente – potrà essere lucrato ugualmente – La Bolla di Celestino non parla di Porta santa (quella che comunemente chiamiamo tale è stata realizzata in un secolo successivo alla realizzazione della basilica), ma solo di ingresso nella basilica pentiti e confessati.
«Cosa buona e giusta» dice [i]L’Aquila che vogliamo[/i], in particolare Vincenzo Vittorini che contesta quanto affermato da Maria Grazia Lopardi circa la Torre di Pisa. «La torre pendente – ricorda Vittorini – non ha subito un terremoto di 6.3, dunque non può essere posta allo stesso livello della basilica di Collemaggio, già seriamente provata».
Dello stesso avviso Daniela Piancantelli del comitato sicurezza centro storico: «le considerazioni generiche ed approssimative di chi non ha compreso la problematica sono inutili e fuorvianti, noi attendiamo risposte documentate, oltre che l’avvio della vera e sicura ricostruzione senza finte e pericolose aperture».
Qualche elemento in più sulla spinosa questione della sicurezza della basilica giunge dal vice commissario al patrimonio culturale, Luciano Marchetti. Il professionista del settore lascia intravedere la soluzione di un piano B che avrebbe potuto scongiurare la chiusura della Basilica a ridosso della Perdonanza. «A suo tempo furono fatti i puntellamenti, che dovevano essere manutenuti, ma tale manutenzione non c’è stata. Per tale ragione, in assenza di manutenzione dopo tre anni le opere provvisionali possono essere considerate pericolose da un punto di vista generico. Io non ho visto lo studio del professor Galeota, tuttavia ritengo che una soluzione tecnica poteva essere individuata per scongiurare la chiusura della basilica.
La manutenzione avrebbe richiesto un paio di settimane con un costo di circa 200 mila euro. Marchetti ritiene che la basilica fino a oggi sia stata sicura. Ora però basta vedere le colonne per verificare che è necessario tirare le fasce.
Probabilmente il sindaco Cialente ha optato per una soluzione al risparmio, visto che spendere 200 mila euro solo per la Perdonanza per chiudere la basilica il 29 agosto sarebbe stato anti-economico.