Duplice omicidio di Bazzano, Kapplani rimane in carcere

14 agosto 2013 | 10:32
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Duplice omicidio di Bazzano, Kapplani rimane in carcere

Il tribunale del riesame (Novelli, Tracanna, Buccella) ha rigettato l’istanza di arresti domiciliari per Burhan Kapplani, il 48enne imprenditore albanese ma residente all’Aquila da molti anni, accusato di avere ucciso la sua ex moglie O.B., madre di 4 figli, e il convivente di lei, S.H., che avevano rispettivamente 36 e 39 anni. L’omicidio ci fu nello scorso gennaio.

La richiesta dei domiciliari era stata avanzata dagli avvocati Tommaso Colella e Leonardo Casciere, rispettivamente del foro dell’Aquila e di Avezzano, in quanto a loro avviso, non esiste più, ovviamente, il rischio di reiterazione del reato e, inoltre, il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove potrebbero essere evitati anche con una detenzione domiciliare. Ipotesi che non sono state prese in considerazione dai componenti del collegio i quali ieri mattina hanno depositato il verdetto. A pesare in modo negativo sulla decisione sfavorevole all’accusato forse anche la contestazione da parte della Procura dell’aggravante della premeditazione in seguito alla quale Kapplani rischia l’ergastolo anche qualora si dovesse celebrare il processo tramite rito abbreviato.

Al momento resta il processo davanti alla corte di assise, dopo il via libera alla richiesta di rito immediato da parte della Procura che è stata ratificata dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Romano Gargarella. Il processo dovrebbe iniziare intorno alla metà di dicembre 2013. L’omicidio fu commesso in modo spietato. Kapplani, appreso che le future vittime si trovavano nel parcheggio davanti a un supermercato a Bazzano, giunse sul porto armato di una pistola di piccolo calibro ed esplose dei colpi fatali contro l’ex moglie. Il suo nuovo compagno tentò di fuggire a piedi ma venne freddato da un paio di proiettili. L’imputato, forse in un momento di confusione mentale, si allontanò lentamente a piedi e venne subito catturato dalle forze dell’ordine che in quel tardo pomeriggio giunsero in forze nel piazzale antistante al supermercato.

Esiste poi un altro aspetto non chiaro visto che, per quanto se ne sa finora, non è stato mai spiegato dall’accusato: come si sia procurata la pistola che risulta essere stata rubata in un’abitazione nel quartiere del Torrione dopo il sisma del 2009.

[i]Fonte: IlCentro[/i]