I segreti di Ferragosto

14 agosto 2013 | 18:14
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I segreti di Ferragosto

Segreti di Ferragosto: per non cadere nel banale

Dal latino Feriae Augusti (riposo di Augusto), in onore del grande Ottaviano, il giorno 15 d’Agosto nella tradizione moderna e contemporanea ha sempre a che fare con montagna, mare, spiaggia, sole, allegria.
Per chi è stufo di trasorrere sempre la solita giornata «bisteccata alla brace con gli amici / cena da gourmet in alta quota / pic nic al mare» questo è l’articolo giusto. L’articolo sui segreti del giorno ozioso per eccellenza.

Al di là del fatto che i più conosciuti scrittori contemporanei (vedi Camilleri) abbiano una specie di attrazione per il giorno di Ferragosto, tanto da immortalarlo come dì del delitto perfetto (‘Ferragosto in giallo’, ‘Enigma di Ferragosto’, ‘Misteri di Ferragosto’), non stupisce che a Ferragosto accadano realmente fatti non tradizionali. Non pensiate che sia colpa dell’insalata di pasta andata a male, o delle uova marce. A Ferragosto, in un’altra parte del globo terrestre, c’è chi va alla ricerca dei serpenti.

A Marcopoulos, infatti, nell’isola greca di Cefalonia, decine di serpentelli con una croce nera sulla testa sbucheranno dalle pietraie per entrare nella chiesa della Lagkubardas (Madonna dei Serpenti) a farsi benedire e accarezzare dai fedeli. Una specie di festa patronale di Cocullo, solo che i serpenti corrono in chiesa spontaneamente. Succede ogni anno, in questo giorno. Come si spiega questo strano fatto? Secondo la tradizione, un 15 agosto di 600 anni fa, le monache di laggiù videro all’orizzonte la vela con la mezzaluna del Turco, e chiesero a Maria di essere tramutate in bisce, pur di scampare ai pirati. Furono esaudite e sulle loro teste però restò una croce, come simbolo. E nel secolo XXI, ancora, i pellegrini possono accarezzare i rettili senza temerne i morsi, anzi chiedendo loro la fortuna.

Altro territorio, altra corsa: se si è dei neopagani d’America, aderenti alla setta Wicca – 50mila, secondo il manuale dei cappellani militari Usa – a Ferragosto si festeggerà la ricorrenza del ‘Lughnasadh’, cioè i giochi funebri in onore di Lugh, dio irlandese del sole. I Wicca sgranano le pannocchie e formano cerchi di mais nelle loro case in onore del vecchio dio. Successivamente cantano con le mani intrecciate una nenia ‘magica’:

«Ciò che sarà, è.

Ciò che fu, sarà.

La ruota dell’anno non si ferma,

dalla luce al buio,

dal buio alla luce,

ogni stagione ha le sue lezioni».

Sempre per la tradizione Wicca, il 15 di Agosto ha luogo la festa delle Cantamesse: si offrono al popolo le primizie della terra. Durante i festeggiamenti, cortei di donne che portano sul capo canestri di pane e di grano, ornati di fiocchi, sfilano. Il giorno seguente i ricchi canestri vengono distribuiti a tutta la popolazione.

Verso il monastero dalmata di Veljka Gospa, il 14 agosto 1716, invece, marciavano i turchi sulla via di Vienna; i fedeli passarono la notte in ginocchio e all’alba la Gospa, ‘la Signora’, apparve nel cielo, tant’è che i turchi, preda di una malattia fulminea e sconosciuta, fuggirono a gambe levate.

In Iran, che essendo terra islamica non conosce la festa di Ferragosto, si ricorda comunque il santo sufi Haji Bektash, morto nel 1337, che accolse le donne nel suo ordine e ne proclamò l’uguaglianza. O si pensi ai giapponesi di fede shinto: domani festeggiano il Kaza Maturi, o solennità del Kami del vento. I Kami sono brevemente dei geni o spiritelli, ‘coloro che stanno in alto’, dice la tradizione e sono 8 milioni in tutto. Muovono il mare, il sole, la luna e tutti noi. A loro è dedicato il giorno di Ferragosto.

Nel Monastero cinquecentesco di Sucevita, il più grande della Bucovina, nel giorno di Ferragosto si ricorda e festeggia una donna; colei che portò per 30 anni i mattoni, con il suo carro trainato da buoi, e rivive in una testa scolpita nel cortile. Negli affreschi interni, è ritratta Costantinopoli assediata, il Giudizio Universale, le fiamme e la Bestia; il pittore però non finì il suo lavoro: morì cadendo dalla scala e il suo nome scomparve nella dimenticanza. Ma la donna, che aiutò a costruire il monastero, è ancora lì e a Ferragosto c’è ancora chi sfiora la sua testa di pietra come portafortuna. Un popolo, insomma, che venera una lei lavoratrice e non un lui lavoratore. Fortunatamente la voce che si ascolta in fondo al cuore non è la stessa per tutti. Ed è per questo che si vive e si rispolvera la tradizione che gli pare, perché ognuno possa festeggiare il Ferragosto che vuole, in quanto non è né unico né omologato.