Scomparso trovato morto, s’indaga sui passanti

18 agosto 2013 | 10:35
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Scomparso trovato morto, s’indaga sui passanti

Il sostituto procuratore della Repubblica David Mancini ha aperto un’inchiesta per capire se la morte dell’uomo di Villetta Barrea, Arcangelo Colantoni, trovato senza vita dopo essersi allontanato dall’ospedale aquilano dove era ricoverato, sia dovuta a omissioni oppure se non ci sono responsabilità.

Una vicenda sulla quale i familiari del 49enne di Villetta cercano una risposta e, pertanto, un paio di settimane fa il loro legale, Aldo Di Ianni del foro di Sulmona, ha presentato un dettagliato esposto nel quale ripercorre gli ultimi giorni della vittima e individua responsabilità ancora tutte da provare. Questa inchiesta penale segue quella amministrativa interna che la Asl ha aperto subito dopo il ritrovamento del corpo dell’uomo avvenuto il 22 luglio.

Le tracce dell’esposto, che la procura sta vagliando, partono dal ricovero in ospedale. Secondo le parti lese i familiari, all’atto del ricovero, si sarebbero premurati di allertare i sanitari che Arcangelo, pur in discrete condizioni di salute, era in uno stato di etilismo cronico manifestando i timori su quanto sarebbe potuto accadere in quanto privato dell’alcol. Il giorno dopo alcuni parenti lo andarono a trovare nel reparto e lo videro in uno stato del tutto confusionale al punto di invitare il personale a tenere alta la guardia in relazione al suo comportamento. Poi ci fu la scomparsa e poi il decesso.

Secondo le istanze della parte lesa, dunque, si concretizzerebbe il reato di abbandono di persona incapace, nei confronti di soggetti da individuare ai quali era stata affidata la custodia. Anche perchè, secondo le accuse, un primo tentativo di fuga era stato già fatto da Colantoni ma fu bloccato da una infermiera. Proprio per questo ci sarebbe dovuta essere una maggiore attenzione sul paziente. Sulla scorta di queste valutazioni gli investigatori puntano all’accertamento della condotta dei sanitari del reparto. Ma non è tutto. Infatti le parti lese chiedono alla procura della Repubblica di contestare il reato di omissione di soccorso di chi incontrò Arcangelo Colantoni durante la fuga e non lo aiutò. Infatti è certo che almeno una persona ha incontrato il 49enne e pur notandolo in condizioni di squilibrio mentale non avrebbe chiamato le forze dell’ordine o almeno il 118.

Naturalmente si tratta di contestazioni ancora da valutare ma i familiari tengono a precisare che l’opinione pubblica aquilana era ben informata sull’allontanamento dell’uomo dal San Salvatore per via delle notizie scomparse sui giornali; ma anche per via del fatto che un annuncio era stato pubblicato anche sul sito della trasmissione di Raitre «Chi l’ha visto?». Che l’uomo fosse in condizioni psichiche precarie lo si evince anche dal fatto che girava in pigiama e ciabatte.

Ora si attende anche il risultato dell’autopsia per capire la causa della morte dell’uomo ma ci vorrà almeno un mese prima che il perito del pm depositi la sua valutazione. La tragedia, come riferito, si è consumata alla fine di luglio. Colantoni, dopo avere eluso i controlli in ospedale, vagò per diversi giorni nelle campagne aquilane tra Pettino e Cansatessa dove, per l’appunto, qualcuno lo notò. Vennero organizzate delle ricerche coordinate dalla prefettura dell’Aquila con un coinvolgimento di decine di soccorritori. Il secondo giorno di ricerca il cadavere dell’uomo di Villetta Barrea fu trovato lungo una strada sterrata che dalla pineta di San Giuliano conduce ad Arischia, una zona lontana non più di un paio di chilometri dalla sede dell’ospedale regionale dove era ricoverato. Durante il primo giorno di fuga telefonò anche alla sua famiglia ma questa breve conversazione non approdò a nulla. Visto che di lui non si ebbero più notizie fino al tragico giorno del ritrovamento.

[i]Fonte: IlCentro[/i]