Castel di Sangro, tutti pazzi per lo ‘Sgarbizio’

21 agosto 2013 | 15:30
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Castel di Sangro, tutti pazzi per lo ‘Sgarbizio’

La nuova icona dell’eleganza sangrina è lo Sgarbizio: un gioiello creato dal maestro d’arte orafa Franco Coccopalmeri per il Comune di Castel di Sangro. La creazione prende il nome dall’adattamento ideato da Tommaso Marzano, prendendo spunto da un termine dialettale che significa “capriccio”.

Il gioiello sarà presentato ed esposto in occasione della sesta edizione della “Mostra delle Arti e degli Antichi Mestieri“, in programma nel centro storico di Castel di Sangro dal 22 al 24 agosto. L’oggetto, realizzato in varie versioni e misure, ha una forma a spirale ed è impreziosito da uno o più brillanti.

«Lo Sgarbizio vuole rappresentare le radici della storia di Castel di Sangro – spiega la ricercatrice Angela Caruso, che ha elaborato l’idea – le preistoriche mura ciclopiche, i magici ornamenti delle genti sannitiche, la vetusta torre del Castello Superiore richiamano tutte la forma di una spirale. Un emblema del fascino e della classe delle donne di questa terra».

«Sono rimasto affascinato dalla bellezza e dall’eleganza dei lavori di Franco Coccopalmeri – aggiunge l’assessore Giuliano Pallotta – gli rivolgo un particolare ringraziamento e ritengo sia un motivo di vanto averlo ospite all’interno della manifestazione. Per la sua peculiarità il gioiello riceverà il patrocinio da parte del Comune di Castel di Sangro».

In occasione dell’evento lo chef Niko Romito ha creato un dolce ispirato al gioiello. Tale raffinatezza, ovviamente a forma di spirale, è stata elaborata nell’affermata scuola di cucina di Castel di Sangro, Niko Formazione, per un originale connubio tra arte orafa e arte culinaria.

«Sono molto felice di essere stato interpellato per la realizzazione di questo oggetto – spiega Coccopalmeri – perché la città di Castel di Sangro ha una rilevanza storico-culturale smisurata. Ma soprattutto sono contento perché c’è stato un bel gioco di squadra di cui io sono stato un semplice elemento. L’intesa è stata fondamentale e ha portato a questo importante risultato». Hanno infatti contribuito alla progettazione dell’opera anche Diego Abissino, Andrea Del Castello, Ugo Del Castello e Maria Santucci, mentre Annalisa Amorosi e Gioia Coccopalmeri hanno partecipato alla realizzazione.

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