‘Celestino’ guarito dopo 719 anni di agonia

21 agosto 2013 | 12:16
Share0
‘Celestino’ guarito dopo 719 anni di agonia

[i]Signore,[/i]

[i]- Ho appreso una notizia che mi ha fatto piacere. Non so ancora se possa essere vera. Ho saputo che un alto dirigente medico della Asl, tra l’altro anche Sindaco della città di Federico, dopo attente analisi, studi e accurate visite effettuate nelle ore serali, post impegni politici, ha decretato la completa guarigione del “Papa del gran rifiuto”, ordinandone le dimissioni dall’ospedale di Collemaggio. Sembrerebbe che il callo osseo stia richiudendo perfettamente quel famoso misterioso buco presente sul cranio.[/i]

[i]Mi hanno detto, anche, che sarà trasferito presso la Residenza Sanitaria Assistita (RSA) di San Giuseppe dei Minimi, in Via Sassa, per essere sottoposto ad una serie di interventi di fisioterapia, onde recuperare tutte le funzioni fisiche e mentali. Può essere vero tutto questo?[/i]

[i]- Mia cara, in questa città tutto è possibile. Si possono curare psichiatricamente i pazienti, anche se sono deceduti da più di sette secoli. Si possono ricoverare malati di mente anche se la famosa legge 180 ha abolito gli ospedali psichiatrici. Non dimenticare, poi, che la città dispone, per volontà democratica, di medici “compatibili”.[/i]

[i]- “Compatibili”, perché e con chi?[/i]

[i]- Mia cara, ma dove vivi? Non ti accorgi di tutto quello che ti accade intorno?[/i]

[i]- Signore mio, voi lo sapete quello che faccio tutti i giorni. Devo pensare a sbarcare il lunario. Devo pensare al mangiare quotidiano anche per questo mio povero figlio “medico” disoccupato. Devo rinnovare le cambiali scadute e devo anche cercare di pagarne qualcuna per abbattere, per quanto possibile, il monte debiti sempre più alto. Devo seguire la pratica della ricostruzione della casa che, tra l’altro, non riesco a sapere dove sia andata a finire. Posso pensare alle compatibilità del Sindaco e dei medici?[/i]

[i]- Fai molto male. Ti dovesti interessare di più delle “compatibilità” politiche o mediche che siano e, forse, in ultima analisi, potresti anche trovare una sistemazione per il tuo figlio medico.[/i]

[i]- Signore, devo confessarvi un pensiero. Non aspiro a tanto, potrebbe essere troppo e irraggiungibile. Mi accontenterei che questo ragazzo potesse fare il fisioterapista a Celestino, o l’assistente a quel medico che ne ha dichiarato la guarigione. Poi, sapete come vanno le cose. Una buona disponibilità verso il dirigente medico, qualche attenzione in più nei confronti del paziente “Santo” e il futuro potrebbe arridere anche a mio figlio.[/i]

[i]- Vedo che cominci ad imboccare la via giusta. Lascia perdere quella dei “miracoli”. È troppo lunga e difficile e, poi, è molto inflazionata. Oggi i miracoli li fanno solamente i “Santoni” che non albergano più in paradiso. Lavorano al Parlamento, alla Regìone, alla Provincia e, guarda caso, anche al Comune e alla Asl O mi sbaglio?[/i]

[i]- Non vi sbagliate per niente, Signore mio. Questi sono potenti. Hanno potere di vita e di morte sui cittadini, fortunatamente in senso virtuale, ma non tanto, perché sono abbastanza pesanti nei loro interventi. Pensate che il Sindaco si è messo in mente di portare la “bolla” e ci sta riuscendo. Non solo. Vuole entrare nel merito dell’organizzazione dell’evento religioso, riformandone alcune figure. Infatti, la “dama della bolla” non sarà più tale, ma si chiamerà “dama del perdono”. Inoltre, essendo cosciente delle scorrettezze usate a Celestino, ha preteso l’assistenza dell’Assessore Moroni per farsi guardare le spalle da fulminei attacchi del “Santo”.[/i]

[i]- Signora mia, questo Sindaco vuole giocare col fuoco. Ha deliberatamente sottovalutato Celestino. Pensa di aver evitato il pericolo del possibile “gran rifiuto” dell’apertura della Porta Santa, o il divieto di accesso alla Basilica per la mancata confessione e pentimento per i tanti peccati commessi, fermandosi a San Massimo per la riconsegna della “bolla” alle autorità religiose. La Perdonanza personale se la suona e se la canta. Non ha minimamente pensato al trabocchetto che il “fraticello del Morrone” gli ha preparato.[/i]

[i]- Signore, ma di quale trabocchetto parlate? Di che si tratta?[/i]

[i]- È uno scherzo da prete. Più propriamente da frate. Una vera chicca maturata nel corso di una secolare degenza a Collemaggio. Celestino ha fatto posizionare un torchio d’epoca ai Quattro Cantoni, inviato direttamente da Erasmo da Rotterdam. Con esso, immagino già la scena, spremerà le meningi del Sindaco, fino a fargli confessare tutto, ma proprio tutto. La domanda più imbarazzante sarà una sola: “che cosa hai concluso di positivo nella veste di Sindaco”. La risposta dovrebbe essere una sola: “nulla, il puro nulla”. Il Sindaco, ignaro di tutto, comincerà a sciorinare una serie di banali scuse a lui molto congeniali. Tu sai che Celestino, come me, può leggere nel profondo animo degli uomini senza risonanze magnetiche e senza l’uso della TAC e, perciò, il primo cittadino, per le sue disinvolte affermazioni,sarà collocato all’interno dell’attrezzo enologico per essere torchiato proprio come l’uva, fino a quando non si renderà conto che con Celestino non si può scherzare.[/i]

[i]- Allora, Signore, sarebbe opportuno che il Massimo abbandoni l’idea del trasporto della “bolla”.[/i]

[i]- Prova a suggerirgli un’idea del genere. Ti consiglio, però, di collocarti a debita distanza, onde evitare di essere investita da una innumerevole serie di fastidiosi improperi. Non credere che il Don Chisciotte municipale possa darti ascolto. Ormai, ha deciso di portare la bolla, costi quel che costi e così sarà. Che la città vada verso il degrado generale a lui poco importa. Che le attività produttive versino nella totale paralisi e che i giovani vivano alla giornata senza prospettive occupazionali, al Sindaco poco importa.[/i]

[i]- Signore, voi che sapete tutto, sapreste dirmi quali panni potrebbe indossare il primo cittadino per il trasporto della “bolla”?[/i]

[i]- Come mantello, per economia, indosserà quelle bandiere tricolori che a fatto rimuovere dagli edifici pubblici della città. Indosserà pure la fascia tricolore, quella che Napolitano ha restituito al mittente con invito a riflettere sulle troppo affrettate e cervellotiche decisioni prive di ogni elementare forma etica.[/i]

[i]- Secondo voi, o Signore, la fascia se la metterà avvolta attorno alla cinta, o a tracolla?[/i]

[i]- Mia devota signora, ricordati che, dopo la “torchiatura”, la fascia se la metterà al collo e si cospargerà il capo di cenere, in perfetto atteggiamento penitenziale per cercare di carpire al Papa del gran rifiuto uno straccio di indulgenza, capace di salvarlo dalla definitiva collocazione nell’ottava bolgia dell’Inferno dantesco.[/i]

[i]- Signore, che brutta fine avete riservato al Capoluogo dell’Abruzzo. Ma, perché mai?[/i]

[i]- Cara signora, non mi attribuire poteri che ritengo di non avere. La brutta fine è stata determinata dalla presunzione e dalla vanesia saccenza degli amministratori comunali, perché non hanno saputo mai guardare al di là del proprio naso, altrimenti la ricostruzione sarebbe iniziata già da tempo, il tessuto sociale sarebbe stato ricostituito da tempo.[/i]

[i]- Signore, va bene. Comunque, in questo stato di estrema incertezza, fate in modo che il “torchio” non si stringa troppo attorno al Sindaco, altrimenti la casa che me la ricostruirà e un posticino a mio figlio medico chi me lo potrà trovare?[/i]

[i]- Mia cara e devota signora, stai tranquilla non succederà nulla di drammatico. Sappi che il Sindaco è altamente elastico. È capace di resistere a qualsiasi pressione, fino a diventare piatto. Così come è piatta la gestione comunale. Poi, però, si ridiscende. Scatta come una molla e, allora, sono guai per gli interlocutori, perché spara a zero su tutto e tutti, anche se l’argomento posto in discussione non sia quello pertinente e per il quale protesta a tutto campo. L’unico pericolo, veramente inquinante e venefico, potrebbe scaturire dal succo della eccessiva spremitura. Comunque, puoi stare tranquilla, perché dalla spremitura uscirà ben poca cosa, una insignificante inezia. [/i]

[i]- Signore, vi confesso che sono alquanto imbarazzata. Non sono sicura se chiedervi di richiamarmi accanto a voi, oppure se aspettare ancora che vengano disinquinati i luoghi pubblici per non essere contagiati in qualsiasi forma. Mi sembra che bisogna stare attenti anche dove si poggiano i piedi. Potrebbero essere corrosi dai velenosi acidi che vi ristagnano. Cosa potrei fare per salvare almeno l’anima?[/i]

[i]- Abbi fede e continua a sperare. Comunque, nei prossimi giorni ti farò avere uno scafandro inattaccabile da qualsiasi insidia, con il quale patì muoverti liberamente alla ricerca della soluzione dei tuoi complessi problemi. Sono sicuro che troverai anche una sistemazione per il tuo sfortunato figlio “medico”. Non dimenticare, infine, di pregare per la salvezza dell’anima, non la tua, ma quella del Primo Cittadino, della Giunta e, sii magnanima, dell’intero Consiglio Comunale. Poi, penserò anche al tuo atto di richiamo. E così sia.[/i]