
di Antonella Calcagni
Intervista a Errico Centofanti, intellettuale aquilano, colui che ha creato la Perdonanza moderna. Un progetto messo in pericolo dal revisionismo storico messo in atto dal comitato.
Una innovazione all’insegna del vero, oppure una conservazione all’insegna del falso storico?
«Nessuno è depositario della verità, in qualsiasi campo. Tanto meno lo sono io. Studio e umiltà sono le sole garanzie di approssimazione alla verità, posto che una verità esista. Noto poco dell’uno e ancor meno dell’altra, nel profluvio di escogitazioni e proclami immancabilmente ogni anno alla ribalta».
Esistono fonti storiche accreditate per comprendere come era celebrata la manifestazione in origine?
«Le fonti fondamentali sono le indicazioni espressamente dettate dalla Bolla di Celestino e dagli Statuti medioevali del Comune. C’è poi un variegato contorno documentario fiorito nei secoli successivi. Tuttavia, le fonti storiche non costituiscono materia esaustiva. In primo luogo, occorrono preparazione e competenza per sapere cosa, dove e come studiare. Poi, serve un consolidato patrimonio culturale e professionale per proiettare nell’attualità gli stilemi desunti dalla tradizione».
Sarà necessario mutare il corteo della Bolla? Se sí, come?
«Prima di poter innovare, occorre aver studiato e compreso il progetto costruito da me nel 1983 e perfezionato fino al 1982. (Attenzione: qui non è in ballo l’umiltà: sono i fatti che parlano!) Mutamenti estemporanei e privi di motivazioni sensate, come quelli fin qui susseguitisi, snaturano i significati costitutivi dell’evento, determinando esiti confusionali e sgradevoli. Ribadisco per l’ennesima volta che il Corteo della Bolla non è e non può essere un “corteo storico”, perché non “rievoca” qualcosa di estinto ma esprime nella realtà presente i perduranti valori etici e morali del magistero di Celestino e dei padri fondatori della “civitas”».
Riuscirà la celebrazione a guadagnare una dimensione internazionale? Come?
«Qualsiasi iniziativa conquista rilevanza internazionale solo in grazia di tre imprescindibili requisiti: unicità delle caratteristiche fondanti, razionale e organica progettazione del programma creato appositamente per veicolare i significati dell’evento, alta qualità globale dell’esecuzione. Gli investimenti promozionali sono soltanto una concausa, sebbene la “promozione” venga spesso fraintesa come garanzia di successo».