
di Claudia Giannone
È Alessia Ciuffetelli la prima Dama del Perdono. Quest’anno è stata apportata una novità al tradizionale corteo storico della Perdonanza Celestiniana: non ci sarà più la Dama della Bolla, poiché sarà il sindaco Massimo Cialente a portare il documento in corteo, insieme al comandante della Polizia municipale Eugenio Vendrame. Da recenti e contrastati studi emerge infatti che deve essere proprio il primo cittadino a portare la Bolla in corteo.
{{*ExtraImg_157694_ArtImgRight_300x199_}}Al posto del ruolo tradizionale della Dama della Bolla, arriva dunque quello della Dama del Perdono. Alessia Ciuffetelli, diciannovenne, appena diplomata al liceo classico Domenico Cotugno, sta per iscriversi alla facoltà di Economia e Commercio. Dopo la conferenza stampa e le varie prove per vestito, trucco e acconciatura, Alessia avrà anche molto da studiare: la storia della Perdonanza deve essere ben conosciuta da tutti i figuranti. Per lei è la seconda esperienza al corteo della Bolla, ma quella dello scorso anno non era a questo livello. La felicità, comunque, supera di certo l’agitazione.
Come ti è venuta l’idea di candidarti per questa esperienza?
«Ho fatto domanda perché era un’esperienza che mi interessava molto, in particolare dallo scorso anno. Mi piace pensare di ricoprire un ruolo così importante all’interno della manifestazione. Non mi aspettavo di essere scelta, c’erano tante altre ragazze per il provino, anche più grandi e più esperte e non speravo minimamente che scegliessero me».
Come ti sei sentita quando hai appreso la notizia della tua scelta?
«Appena mi hanno detto che ero stata scelta ho iniziato a tremare. Sono stata davvero tesa, mi tremava persino la voce mentre parlavo. Di solito sono una ragazza calma, ma in quell’occasione ero davvero nervosa».
{{*ExtraImg_157695_ArtImgLeft_300x400_}}Avresti preferito portare la Bolla, come succedeva in passato?
«Da una parte avrei preferito portarla, perché è stata la tradizione di tutti gli anni. Ma se gli studi storici hanno dimostrato che non deve essere fatto così, allora va bene. Anche perché sarebbe stato comico inciampare e far cadere la Bolla a terra!».
Consiglieresti questa esperienza alle ragazze della tua età?
«Ci sono dei pro e dei contro. È un ruolo talmente importante che comporta tanti sforzi, ma se si ama la propria città si superano questi problemi e si va avanti. Io lo consiglierei decisamente. Non nego che gli impegni siano molti, ma vedersi con quel vestito e pensare a quella che sarà la sfilata è un’esperienza unica. Ti fa davvero crescere: pensare che si sta rappresentando una città ti fa capire molte cose. Vedi persone che ti aiutano anche in questo momento, ma anche molte altre persone che dimostrano solo di essere invidiose. Gli amici dovrebbero essere le persone che ti rimangono vicine e ti supportano in ogni momento: anche nei momenti felici, loro dovrebbero essere lì, per condividere la tua felicità, ma in realtà non è così. E ti rendi conto di ciò che ti circonda».