
di Eleonora Ferroni
Ormai non si parla d’altro, da giorni o forse mesi. La decadenza dalla carica di senatore di Silvio Berlusconi, dopo la condanna definitiva della Corte di Cassazione, tiene banco mentre i falchi del Pdl, zittiti anche dal Premier, fanno le barricate per proteggerlo costi quel che costi. Ne parliamo in questa intervista con Stefania Pezzopane, senatrice del Pd e vicepresidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.
Il Pdl sostiene a oltranza: o agibilità politica o cade il governo. È possibile una mediazione o sui principi fondamentali non si tratta?
Il Pdl sta sbagliando completamente la gestione di questa delicatissima vicenda. Noi viviamo in un Paese democratico dove si assicurano a tutti le libertà e i diritti di difesa, ma viviamo in uno stato di diritto dove le leggi si scrivono perché vengano rispettate. Berlusconi è stato condannato in tre gradi di giudizio, con condanna immediata e definitiva. La legge Severino è recentissima ed è stata approvata dal Pdl su proposta dall’ex ministro della Giustizia Alfano, quindi è una legge voluta dal Pdl. È una legge molto chiara: fa riferimento esplicitamente ai condannati per reati penali con pene al di sotto dei 3 anni e fa riferimento a parlamentari che nel corso del loro incarico ricevano una condanna. L’agibilità politica è un concetto che è improprio per questo caso, perché nessuno gliela toglie a Berlusconi. Ci sono decide di esponenti politici e leader di partiti che non sono parlamentari. Il punto è che un condannato non può stare in Parlamento e che la Giunta per le Immunità deve pronunciare la decadenza e che poi il Senato voterà. È una presa d’atto, non è un’interpretazione politica.
Minacciare la crisi politica solo perché si sta applicando una legge significa sovvertire l’ordine delle cose. Berlusconi farebbe bene addirittura ad anticipare la Giunta per le Immunità a dimettersi e a continuare a fare politica se vuole farla, ma non può più essere parlamentare. Questa legge è già in corso d’applicazione: sono già 37 i politici condannati che sono decaduti o in via di decadenza, quindi saremmo di fronte a un’aberrazione giuridica e democratica se ci fosse una legge che si applica per tutti tranne per una persona.
Luciano Violante sembra aver lanciato una ciambella di salvataggio proponendo un percorso che moltiplicherebbe i tempi. Oppure i tecnicismi giuridici sono di fatto un modo per aggirare la legge? Lei è d’accordo?
Agirare una legge è un esercizio che chi volesse farlo non troverebbe comunque la mia complicità. Luciano Violante, leggendo bene l’intervista e non fermandosi alle elaborazioni di alcuni esponenti del Pdl ha giustamente rimarcato che a nessuno si toglie il diritto di difesa. Se Berlusconi vuole presentare una memoria per giustificare il perché, secondo lui, la legge Severino non andrebbe applicata, può farlo, ma secondo le modalità giuridiche e non politiche. Ricordiamo che non siamo nella Repubblica delle banane: è impossibile pensare che non si applica una legge solo perché uno è il leader di un partito. I cittadini sono tutti uguali.
Ma se, come qualcuno del Pdl afferma, si vorrà fare appello alla Corte Costituzionale io non sarò d’accordo, perché siamo dei parlamentari e non un organo giurisdizionale. Abbiamo approvato una legge e va applicata, altrimenti va modificata ma in Parlamento.
In caso di una crisi politica c’è una alternativa in Parlamento al governo Letta retto dall’attuale maggioranza?
Credo che il governo debba continuare a lavorare perché è un governo di emergenza, di servizio, non è un governo politico. Non sono finiti i problemi. Nel momento in cui il Pdl dovesse far mancare la fiducia a questo governo il presidente della Repubblica Napolitano dovrebbe individuare una strada alternativa, che potrebbe quella di dare di nuovo l’incarico a Letta, il quale troverebbe in Parlamento una maggioranza di servizio sicuramente diversa da quella di adesso.
Io voglio comunque sperare che il Pdl faccia parte di un Paese in cui il valore della democrazia e dello stato di diritto valgano anche per loro. Di fronte a una condanna arrivata in terzo grado devono riconoscere che non c’è un altro grado di giudizio. E, soprattutto, una legge voluta dal Pdl non può diventare improvvisamente una legge incostituzionale solo perché si deve applicare a un esponente del Pdl, che l’ha anche votata.
La verità è che il Paese ha enormi problemi e noi da giorni non facciamo altro che parlare della vicenda di una sola persona. Da senatrice esprimo un enorme malessere perché Berlusconi da marzo a oggi è venuto in Senato solo due volte. Insomma qui si parla di rivoluzione civile, di cambiare le leggi dello Stato, decidere che i cittadini non sono tutti uguali per far rimanere un senatore in Parlamento, che in questi mesi non si è presentato quasi mai.
Sull’Imu il Pd cederà in toto alle pretese del Pdl. Secondo lei nemmeno i proprietari delle mageville o degli attici di lusso saranno esenti dal pagare la tassa?
Io la penso diversamente. La proposta era diversa e ci sta cercando di fare una mediazione. La proposta del Pd è rivolta a esentare le classi medio-basse dal pagamento dell’Imu sulla prima casa e di fare in modo che chi ha grandi patrimoni e grandi rendite può contribuire tramite il tributo. Anche qui, queste forme di ricatto sono inaudite perché anche il Pd aveva nel suo programma aveva nel suo programma delle questioni molto nette e precise, ma quando si sta in un governo di emergenza si cercano le mediazioni. Mi auguro che Letta sappia trovarle.