Perdonanza, la Bolla tra i puntelli

28 agosto 2013 | 15:50
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Perdonanza, la Bolla tra i puntelli

Con la Bolla di Celestino che “sfugge” dalle mani della dama per finire in quelle del Primo cittadino dell’Aquila Massimo Cialente e del comandante della Polizia municipale Eugenio Vendrame si rinnova, a L’Aquila, il tradizionale Corteo di Celestino V, cuore delle celebrazioni della Perdonanza e preambolo dell’apertura della Porta Santa della blindata basilica di Collemaggio.

MESSAGGIO DI PACE PER LA SIRIA – Il sindaco in occasione dell’evento religioso aquilano ha voluto lanciare un messaggio di pace in relazione alla situazione siriana. «Che non si aggiungano guerre ad altre guerre», ha detto, sottolineando che «il messaggio celestiniano è un messaggio di pace, specialmente in un momento drammatico come quello in Siria».

CORTEO ALL’OMBRA DEI CANTIERI– Presente al corteo, in rappresentanza del governo Letta, anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, [url”Giovanni Legnini”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=85134&typeb=0&[/url]. «La Perdonanza Celestiniana a L’Aquila – ha sottolineato – oltre al suo eccezionale valore storico, ha un significato speciale dall’anno del terremoto e ancora di più oggi perché dal luogo di partenza del corteo, nel centro storico, si vedono diverse gru che testimoniano, finalmente, l’avvio della ricostruzione pesante della città».

SPERANZA PER LA VISITA DI PAPA FRANCESCO– In occasione del corteo storico della Bolla in molti hanno espresso speranza per una visita a L’Aquila di Papa Francesco. «Spero che Papa Francesco venga a impartire dallo scranno di Papa Celestino V la lezione del perdono», ha detto l’ex sottosegretario di Stato, Gianni Letta. «Il senso del messaggio celestiniano è il perdono e il capire le ragioni dell’altro – ha aggiunto – Sono sicuro che la benedizione di Celestino su questa città la aiuterà a trovare la forza per ricostruirsi, ora è il momento di stare insieme». «L’occasione per approcciare Papa Francesco sarà la santificazione di Karol Wojtyla a San Pietro della Ienca», ha aggiunto l’assessore al Turismo del Comune dell’Aquila Lelio De Santis. «Dobbiamo puntare forte al turismo religioso senza smarrire il messaggio celestiniano», ha concluso.

I PROTAGONISTI DEL CORTEO

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Il corteo è partito dalla puntellata piazza Palazzo per arrivare alla basilica di Collemaggio. Ad accompagnare la bolla – il documento dell’indulgenza papale di Celestino V – rappresentanti delle istituzioni civili e religiose e figuranti in costume d’epoca. Al corteo anche una delegazione del Burundi, simbolo della “riconciliazione”, tema chiave della Perdonanza di quest’anno.

{{*ExtraImg_158248_ArtImgLeft_300x224_}}I principali figuranti sono la Dama del Perdono, il Giovin Signore e la Dama della Croce. La Dama del Perdono, che sostituisce la tradizionale Dama della Bolla, ha affiancato le autorità civili nel trasporto dell’astuccio in cui per secoli è stato conservato il sacro documento del Papa Santo. Il Giovin Signore ha sfilato con il ramo d’ulivo con cui il cardinale Domenico Calcagno ha ordinato l’apertura della Porta Santa toccandola tre volte. La Dama della Croce ha portato un gioiello realizzato dall’artista aquilana Laura Caliendo che il cardinale Calcagno ha indossato nel momento più solenne della Perdonanza.

La teca contenente la Bolla di Papa Celestino V del 1294, l’astuccio che l’ha contenuta per secoli e il ramo d’ulivo sono usciti miracolosamente illesi dai crolli che ha subito palazzo Margherita, la sede storica del Comune a Piazza Palazzo, in seguito al terremoto del 6 aprile 2009. Il documento e gli altri preziosi oggetti del Perdono celestiniano, fino a quella data, erano conservati nella cappella della Torre civica.

Quest’anno si è registrata la [i]new entry[/i] al corteo delle spoglie di Celestino V. I resti mortali del santo sono stati portati su un mezzo da piazza Duomo, dove il corteo si è unito alle autorità religiose, fino al sagrato della basilica di Collemaggio. Al corteo hanno partecipato, secondo la stima degli organizzatori del Comune dell’Aquila, 20mila persone.

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IL PERCORSO E L’APERTURA DELLA PORTA SANTA

Il Corteo ha raggiunto la basilica di Collemaggio attraversando il cuore del centro storico ferito dal terremoto del 6 aprile 2009. In particolare i figuranti hanno percorso corso Federico II, viale Francesco Crispi e viale Collemaggio.

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Sul sagrato della basilica di Collemaggio la Bolla di Celestino è passata simbolicamente dalle mani del Comune a quelle della Chiesa ed è iniziata la lettura del documento. Poi il cardinale Domenico Calcagno ha colpito per tre volte la porta della basilica ordinandone l’apertura. Con lo schiudersi dei sacri battenti sono iniziate le 24 ore del Perdono, durante le quali sarà possibile ottenere l’indulgenza plenaria attraversando la porta della basilica “sinceramente pentiti e confessati”, come disposto nella Bolla del Perdono.

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L’attraversamento della Porta Santa, in considerazione dell’inagibilità della basilica, quest’anno è stato reso possibile dalla realizzazione in una struttura di sicurezza temporanea. Per i fedeli intenzionati a lucrare l’indulgenza è stato realizzato un apposito corridoio di accesso per l’intera lunghezza del prato di Collemaggio e un parallelo corridoio di deflusso. L’accesso dei fedeli alla Porta Santa, come viene precisato in un’ordinanza comunale è possibile solo «in forma “processionale” con gruppi di massimo dieci persone» e sotto lo stretto controllo di personale dell’amministrazione comunale.

IL TESTO DELLA BOLLA DI CELESTINO V

{{*ExtraImg_158205_ArtImgLeft_300x189_}}«Celestino Vescovo servo dei servi di Dio, a tutti i fedeli di Cristo che prenderanno visione di questa lettera, salute e apostolica benedizione. Tra le feste solenni che ricordano i santi è da annoverare tra le più importanti quella di San Giovanni Battista in quanto questi, pur provenendo dal grembo di una madre sterile per vecchiezza, tuttavia fu ricolmo di virtù e fonte abbondante di sacri doni, fu voce degli Apostoli, avendo concluso il ciclo dei profeti, ed annunziò la presenza di Cristo in terra mediante l’annuncio del Verbo e miracolose indicazioni, annunziò quel Cristo che fu luce nella nebbia del mondo e delle tenebre dell’ignoranza che avvolgevano la terra, per cui per il Battista seguì il glorioso martirio, misteriosamente imposto dall’arbitrio di una donna impudica in virtù del compito affidatole. Noi, che nel giorno della decollazione di San Giovanni, nella chiesa benedettina di Santa Maria di Collemaggio in Aquila ricevemmo sul nostro capo la tiara, desideriamo che con ancor più venerazione tal Santo venga onorato mediante inni, canti religiosi e devote preghiere dei fedeli. Affinché, dunque, in questa chiesa la festività della decollazione di San Giovanni sia esaltata con segnalate cerimonie e sia celebrata con il concorso devoto del popolo di Dio, e tanto più devotamente e fervidamente lo sia quanto più in tale chiesa la supplice richiesta di coloro che cercano Dio troveranno tesori della Chiesa che risplendono dei doni spirituali che gioveranno nella futura vita, forti della misericordia di Dio onnipotente e dell’autorità dei suoi apostoli SS. Pietro e Paolo, in ogni ricorrenza annuale della festività assolviamo dalla colpa e dalla pena, conseguenti a tutti i loro peccati commessi sin dal Battesimo, quanti sinceramente pentiti e confessati saranno entrati nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività. Dato in Aquila, 29 settembre, nell’anno primo del nostro pontificato». Traduzione curata dal professor Alessandro Clementi.