La furia di Cialente contro ‘alcuni imprenditori’

31 agosto 2013 | 18:57
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La furia di Cialente contro ‘alcuni imprenditori’

Il sindaco Massimo Cialente esplode in una nota sulla sua pagina di Facebook a seguito di uno spiacevole episodio occorso ieri mattina nel piazzale di via Vicentini.

Sembrerebbe che recandosi in farmacia dopo una seduta dal dentista, il sindaco abbia inveito contro il parcheggiatore e contro lo stesso imprenditore, Berardino Del Tosto, che lo aveva assunto per gestire il parcheggio antistante la galleria commerciale di Gs.

La diatriba tra i due sarebbe nata sul possesso del piazzale e culminata in un intervento dei vigili urbani che avrebbero messo i sigilli alla sbarra dello stesso parcheggio.

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Berardino Del Tosto avrebbe fatto appello ad una sentenza del Tar che gli avrebbe riconosciuto la proprietà del parcheggio stesso.

A seguito dello scontro plateale il Sindaco ha pubblicato qualche minuto fa la seguente invettiva: «In questa città, per anni, alcuni imprenditori sono stati più imprenditori degli altri.

Hanno voluto e potuto fare il bello e cattivo tempo, piegando ai loro interessi (che sarebbero leciti se portati avanti nel rispetto delle regole) anche e soprattutto gli interessi generali fissati dalle norme e dal buon senso e sfuggendo a tutte le regole.
Come e perchè è potuto avvenire?
Per complicità politiche e dei funzionari, per tacito buon vivere, o per paura che ci si ritrovasse adddosso qualche organo di informazione, che ti scatenava e scatena una campagna personale, quella che io definisco la piccola e sguaiata mafiosità aquilana, o per motivi elettorali, visto che a volte costoro godono di un discreto numero di preferenze.

Le brutture urbanistiche, le mani sulla città degli anni 60-70, l’aggressione alle mura, il piano recettività del 2000 della giunta Tempesta,(per cui, per esempio, succede che a Pettino un costruttore, seguendo le regole, sta realizzando, con le lungaggini burocratiche dell’Urbanistica, un intervento polifunzionale, per il quale avrebbe tutte le carte in regola e zac, su un terreno con altra destinazione, proprio di fronte a lui, fanno realizzare in pochi mesi una identica struttura, che gli brucia il mercato: miracolo), il mancato rispetto delle convenzioni, il verde pubblico sul quale si costruisce un bar o altri alloggi, il verde pubblico messo sul terrazzo di un palazzo, il gioco del ricorso al TAR che il comune perdeva sempre, strani documenti che escono all’improvviso con un timbro “visto arrivare” ma senza una firma e mai protocollato ecc. ecc.

Fenomeno italiano, molto meridionale, ma anche molto aquilano.

Posto che il Comune vuole proteggere e difendere il lavoro di tutti gli imprenditori, è giunto il momento di ristabilire le regole, attuare le convenzioni, e colpire gli abusi, soprattutto quelli di chi, potendo contare su complicità varie, era abituato a mettere gli uffici dinanzi al fatto compiuto. E’ una scelta ben precisa di questa amministrazione.

Che passa anche per una riorganizzazione degli uffici, poichè non è possibile che le pratiche giacciano per anni nei cassetti, per poi magari avere strane accellerazioni o viceversa restare sempre al palo. L’assessore ed il dirigente, che stanno recuperando tante pratiche ritrovate ad esempio nascoste in alcuni armadi, stanno lavorando, devo dire con intensità anche su questo aspetto. (Se qualche cittadino ha problemi ne parli con Di Stefano o con me, grazie, ci servirà per capire, da un caso particolare, quale è il problema più generale.)

Si era cominciato a rimettere ordine in incartamenti allucinanti per le lacune, gli arzigogoli e giravolte di carte, interpretazioni, omissioni ecc. ecc.. poi è arrivato il terremoto che ha imposto una pausa tecnica, poichè eravamo impegnati, soprattutto gli uffici, a gestire l’emergenza.

Nel post sisma addirittura, qualcuno ha rifatto il furbo, aprendo locali dove non poteva, peraltro a prezzi vergognosi per i poveri commercianti senza più la loro vecchia sede. Oggi abbiamo ricominciato il lavoro avviato nel 2008. Lavoro complicatissimo, perchè ricostruire certe vicende ha dell’allucinante. Quando sarà possibile cercherò di pubblicare certi atti. Per capire cosa è stata L’Aquila in certi anni. Alcuni imprenditori hanno accettato le nuove regole e si stanno rendendo disponibili almeno a dare alla Città ed i cittadini ciò che devono, secondo convenzioni firmate anche trenta anni fa.

Altri non ci stanno. Pensano ancora di poter dettare regole, imporre scelte, giocare con atti di forza, giocare una strana carambola tra ricorsi e sospensive, DIA e SCIA e così di seguito. Forse perchè pensano di poter ricattare qualcuno negli uffici, di godere ancora di qualche complicità, che peraltro , pur volendo escludere a priori, stiamo indagando?

Si compiono anche atti di prepotenza, per la serie vi metto davanti al fatto compiuto, provate a fermarmi. Questi signori devono capire che adesso è finita. Questo gioco non si fa più qui a L’Aquila.

Ieri mattina, andando in farmacia, assisto ad uno di questi atti di prepotenza e sfida al comune. Un vero e proprio reato. Chiamo i vigili. L’imprenditore minaccia i vigili, mi ricaccia strane sentenze del TAR e poi chiama la sua stampa, che monta il caso di un sindaco malato di mente, che la moglie può curare (lanciando un altro segnale mafioso sul lavoro di mia moglie), Sindaco sbroccato perchè matto (un noto avvocato mi chiede un certificato medico, anch’egli con storie interessanti in questa città da poter raccontarci), minaccia i vigili che compiono il loro dovere ecc. ecc..

Scrivo questo post solo per rassicurare i cittadini perbene che sono in discrete condizioni psicofisiche, abbastanza sano di mente, ma comunque abbastanza lucido per assicurare che in questa città torneranno le regole ed il loro rispetto. E che ciò varrà per tutti gli imprenditori e cittadini, in modo eguale, da Abbabbone a Zuzzerellone passando per i Cialente, per i Di Stefano ecc. ecc. ma che soprattutto il sindaco , il presidente della commissione territorio ed alcuni giovani consiglieri, come ad esempio Stefano Palumbo che ieri denunciava simili atti, non si lasciano intimorire. L’Aquila è città che ha scelto di essere civile. Certi tempi sono finiti, per sempre.