L’Aquila Capitale Cultura, «E’ un grande sogno»

di Antonella Calcagni
Ci siamo: il prossimo 19 settembre il comitato depositerà il documento di candidatura al Ministero Beni Culturali. Sarà quello il momento per contare quante candidature ufficiali ci saranno oltre a quella dell’Aquila. In palio non c’è solo un blasone. L’Aquila Capitale della Cultura rappresenta soprattutto la sconfitta del provincialismo cieco, una vera conquista culturale e morale, patrimonio di tutti i cittadini.
L’Aquila 2019 è un traguardo che, per la presidente del comitato promotore, senatrice Stefania Pezzopane, potrà essere raggiunto a prescindere dal prestigioso riconoscimento per il quale sono in lizza ufficiosamente già 20 città italiane del calibro di Siena, Venezia e Ravenna. Nessun timore reverenziale, ammonisce Errico Centofanti, coordinatore del comitato sottolineando che «noi saremo capitale – spiega – solo se il Governo deciderà di ricostruire la città entro il 2019. Per contro, se non vinciamo significa che l’Italia avrà deciso di far diventare questa una città fantasma».
«Il giorno dopo – spiega Stefania Pezzopane – alle 16.30 nell’auditorium di Piano il documento di candidatura sarà presentato alla città. Entro la fine dell’anno la giuria internazionale incontrerà le delegazioni delle città candidate; entro marzo saranno scelte le città ammesse alla finale. Infine, entro il 31 dicembre 2014 si saprà quale città avrà vinto. Il documento di candidatura è stato tradotto in Inglese ed è composto da 190 pagine».
«Il 20 settembre – ha spiegato la senatrice Pezzopane – sarà presentato anche il comitato della candidatura che coinvolgerà i sindaci dell’Abruzzo, fra i quali il primo cittadino di Pescara. Non vogliamo andare da soli visto che si tratta di una occasione per l’Abruzzo intero e per tutta la Nazione che dovrà dimostrare di aver fatto bene all’Aquila. Un messaggio che l’Italia non potrà essere in grado di dare con le altre candidature sebbene autorevoli».
«E’ un grande sogno – ha aggiunto Errico Centofanti – ma non si vive solo di spread. Certo è che le altre candidate rispetto a noi hanno solo più denaro, mentre noi finora abbiamo avuto solo promesse della Regione». Ricordiamo che le altre città candidate ufficiosamente sono Amalfi, Aosta, Bergamo, Brindisi, Carbonia, Caserta, Catanzaro, Lecce, Mantova, Materia, Palermo, Perugia, Pisa, Ravenna, Siena, Siracusa, Taranto, Torino, Urbino, Venezia. Sono già state capitali Firenze, Bologna e Genova.