
di Gioia Chiostri
Sono i bambini il vero sale del mare del mondo, coloro che potranno, un giorno, veramente smuovere le acque. A Pile, nella palestra dell’istituto comprensivo ‘Gianni Rodari’, è aperta fino al 21 settembre una mostra dedicata proprio a lavori, progetti e creazioni fatte dai piccoli alunni, lavoratori in nuce già consapevoli dei loro diritti e doveri. Il progetto è stato pensato per portare alla luce una verità, quella dei bambini senza futuro che crescono in altre parti del mondo dilaniate dalla fame e dalla guerra.
Un intenso lavoro, frutto di una collaborazione con insegnanti e genitori, ha portato la classe V A di Sassa a generare un bellissimo progetto educativo, mirato alla divulgazione di alcune crude realtà del mondo odierno, dove il diritto del bambino è surclassato spesso dal dovere.
{{*ExtraImg_159613_ArtImgRight_300x225_}}Disegni, testi, lavori fantasiosi, assemblee: questi i prodotti di un’idea che prende le mosse dalla volontà di crescere le coscienze.
“[i]I diritti per me sono lo scudo che mi protegge da ogni problema[/i]”. Questa una delle tante frasi ricche di significato che sono state scritte dai bambini dell’istituto. La lettera scritta dai ragazzi e riportata in calce mostra la consapevolezza degli alunni di essere e dover essere tali, perché la società possa migliorare. Senza istruzione non c’è futuro.
L’istituto scolastico ha collaborato con associazioni quali ‘Save the children’ e ‘Action Aid’. I temi sui quali hanno lavorato ragazzi e docenti sono stati la Cittadinanza attiva, i diritti fondamentali dell’uomo, la stessa carta dei diritti. Dopo la chiusura della mostra, i lavori degli alunni potranno comunque essere visitati sul sito internet dell’istituto: www.rodariscuola.it.
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LA LETTERA DEI RAGAZZI
[i]Cara Fatina,
siamo i ragazzi e le ragazze della classe VA di Sassa.
Viviamo in un Paese che rispetta e garantisce i diritti di noi bambini e di noi bambine, ma siamo consapevoli che in altri Stati del mondo ciò non accade.
A scuola abbiamo lavorato molto per conoscere i trattati che garantiscono i nostri diritti, soprattutto la Carta.
Abbiamo fatto laboratori, anche con i nostri genitori, abbiamo scritto testi, abbiamo fatto assemblee, lavori di gruppo e partecipato a incontri per conoscere la tragica situazione di molti bambini nel mondo che si vedono negati quei diritti di cui noi godiamo e comprendere come fare per poter contribuire a migliorare le loro condizioni di vita.
Molti di loro non hanno una famiglia, non vengono mandati a scuola, sono costretti a lavorare senza mai giocare.
Tutti i giorni veniamo a sapere di situazioni in cui i bambini subiscono violenze, vengono abbandonati, maltrattati e ingannati.
In seconda e in terza abbiamo lavorato con gli operatori di “Save the children”, quest’anno con quelli di “Action Aid” e ora, tramite la storia di Pinocchio.
I diritti per me sono lo scudo che mi protegge da ogni problema. La carta dei diritti è la mia guardia del corpo, mi protegge, mi garantisce e mi dà sicurezza. Per far fronte a ciò sono nate diverse associazioni: Unicef, Amnesty International, Emergency, Action Aid.
Io, nel mio piccolo, mi impegno a collaborare con i miei compagni; il resto dobbiamo farlo insieme, collaborando a un mondo migliore.
Il diritto che riteniamo più importante è quello alla vita: ogni bambino e ogni bambina ha il diritto di nascere, di vivere dignitosamente, di essere riconosciuto come cittadino portatore di diritti ricevendo un nome.
Poi una cosa essenziale per la vita di ognuno è l’istruzione: tutti i bambini e tutte le bambine hanno il diritto ad essere educati, ad imparare a leggere e scrivere e a conoscere il mondo in cui viviamo.
C’è ancora il diritto ad avere una famiglia, cioè ad avere un sostegno da parte dei genitori.
Cara Fatina, pensiamo che tutto questo sia ingiusto: un bambino non ha chiesto a nessuno di essere messo al mondo, ma dal momento in cui ciò avviene, egli è piccolo e indifeso, ha il diritto di crescere nel modo migliore, circondato d’amore, da protezione, da felicità, affinché da grande sia una bella persona, in grado di restituire agli altri ciò che lui da piccolo ha ricevuto.[/i]