Nonna Donata, 100 di queste memorie

4 settembre 2013 | 10:13
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Nonna Donata, 100 di queste memorie

di Gioia Chiostri

Le memorie sono come delle piante anziane che custodiscono lo stame più giovane: non appena le si annaffia, anche se con poco, anche se con un solo pensiero fuggiasco, queste riprendono subito vita, rifiorendo di sensazioni sepolte chissà dove. Donata Ferrari, la nonnina di Poggio Piacenze, compie 100 anni: un secolo di vita trascorso fra le paure, le incertezze, i disastri, i sorrisi, le noie, e tante, tante parole. Una meta rara da raggiungere, in pochi possono dire di averla sfiorata. Il figlio, l’architetto Andrea Taddei, le dedica per l’occasione una poesia. Sono queste, in fondo, le memorie che si ha il dovere di testimoniare.

{{*ExtraImg_159590_ArtImgRight_300x192_}}“[i]Io non devo svelare ricette, ho vissuto per quello che amavo, se la vita mi metteva alle strette, con le unghie e con i denti lottavo[/i]”, si legge nel componimento. Un precetto di vita semplice, sincero. La poesia è un inno ad affrontare i binari che il destino pone davanti. Correre lungo questi, sfidarli, finché all’orizzonte non si designa la meta che si è scelta.

Nonna Donata ha vissuto per amare, e ha amato in quanto viva. La comunità di Poggio Picenze la festeggia così: restituendo alla quotidianità le memorie di una nonnina che ha sconfitto l’amarezza facendo e disfacendo ciò che la vita le aveva donato. E quel treno che un secolo fa prese, adesso conta ben cento vagoni; ognuno ricco di imprese, ma tutti diretti al centro del cuore.

IlCapoluogo.it augura cento di questi anni a nonna Donata.

Il Centenario di Donata

[i]di Andrea Taddei[/i]

E‘ il giorno del tuo compleanno,

cento anni .. . non uno di meno,

accompagnati da più di un malanno

ma il suo volto è ancora sereno.

“Ma come è che s’arriva a cent’anni?

Che segreto ha questa tua vita?

Chissà quanti son stati gli affanni!

Ci puoi dire se in fondo l’hai capita?“

E lei con voce sognante. . .

e le mani come sempre impegnate

nel gesto del fare e disfare

che ricorda la raccolte dei frutti

delle nostre campagne dal sole bruciate

“Io non devo svelare ricette,

ho vissuto per quello che amavo,

se la vita mi metteva alle strette,

con le unghie e coi denti lottavo. . .

ho avuto dal destino solo un dono

avere la forza di restare fedele a ciò che sono

qualche volta ho avuto fortuna,

qualche volta è costato fatica.

Ma oramai quel tempo è passato,

e sulle mie ruvide mani puoi leggere solo ciò che è stato

ora preferisco amare il presente,

riscoprire i segreti dell’oggi e del domani,

e con serenità stringerli forte tra le mie mani

grazie di cuore per questo vostro interessamento

ma quello che vi posso dire

è che questa vita è passata come una folata di vento”.