Cabbia ricorda i caduti di tutte le guerre

6 settembre 2013 | 09:53
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Cabbia ricorda i caduti di tutte le guerre

di Nando Giammarini*

Cambiano le situazioni e le persone, i modi di essere e di fare. Sono lontani anni luce i tempi in cui il nostro indimenticabile Don Andrea Durantini, un vero pastore figlio e amico del popolo cabbiese, si prodigava in tutti i modi per mettere pace tra famiglie in lite, per sostenere gente in difficoltà nei tempi bui della guerra e del dopo guerra, per aiutare i primi giovani che lasciavano il paese in cerca di un futuro migliore. Egli, insieme ai maestri del paese – il medico, che però risiedeva a Marana e in caso di necessità raggiungeva Cabbia con l’asino e il sindaco – era una delle poche persone istruite in grado di saper interpretare e rispondere alle varie missive di ogni genere che arrivavano in paese e disbrigare le varie pratiche burocratiche.

{{*ExtraImg_159946_ArtImgRight_300x168_}}Costoro svolgevano, con umanità e spirito di servizio, una grande e meritoria opera al servizio della nostra modesta Comunità di montagna. Oggi la situazione è totalmente cambiata: arrivano da paesi lontani, oltreoceano, i nuovi signori della chiesa, che con la loro arroganza vogliono cambiare tradizioni, usi e costumi delle nostre Comunità, incuranti di trascurare e rammaricare le persone, soprattutto quelle più anziane, che hanno fatto la storia del nostro paese e a costo di duri sacrifici si sono sempre prodigati per mantenere quel clima di serena, pacifica convivenza e solidarietà che trae le proprie origini dal rispetto della gente e delle tradizioni. Una grande lezione di correttezza ed umiltà, per tutti.

Cabbia, unita e coesa, non permetterà mai a nessuno di non rivolgere un breve discorso di saluto ai suoi figli Caduti per la salvezza della Patria. Se attualmente viviamo in pace e nel benessere, permettendo anche ad altri di navigare nell’oro, lo dobbiamo a quei ragazzi, scritti a caratteri indelebili nella lapide bronzea e nel cuore di ognuno di noi. Loro a vent’anni donarono la vita per una società migliore: più giusta e più umana. Di seguito, a dimostrazione dell’attaccamento alla memoria dei nostri Caduti, figli di Cabbia e dell’Italia intera, il mio discorso di Commemorazione letto da una ragazza del Comitato Festeggiamenti.

Discorso di commemorazione dei Caduti 2013

[i]Autorità militari, civili e religiose, operatori dell’informazione, rappresentanti delle varie armi, in servizio e a riposo, gloriose Crocerossine, cari compaesani,

rendiamo omaggio e ricordiamo, con spirito di riconoscenza, i nostri Caduti di tutte le guerre, le vittime innocenti del terremoto, i Caduti del lavoro, i Caduti delle missioni di pace.

{{*ExtraImg_159947_ArtImgLeft_300x160_}}La nostra cultura, la nostra storia, la nostra identità ci portano ad affermare i valori fondanti della Costituzione Repubblicana, nata dalla Resistenza. Celebrare oggi la commemorazione dei nostri Caduti significa ripercorrere le tappe più dolorose di quel cammino di popolo civile consapevole dell’imprescindibile valore della pace. Significa fare nostro quel sentimento di dolore infinito di tante madri, padri, spose, sorelle, fratelli che non riabbracciarono mai più i loro cari. Erano gente della nostra gente, pieni di sogni e di aspettative di vita azzerati, con un colpo di fucile o di una granata, dalla peggiore bestialità che qualsiasi mente umana può arrivare a concepire: la guerra.

{{*ExtraImg_159948_ArtImgRight_300x183_}}Ci dobbiamo domandare costantemente, con onestà intellettuale e senso di responsabilità, se il nostro impegno e le scelte di cittadini rendono onore al loro sacrificio. Un vecchio motto recita: non c’è vita senza libertà. Partendo da qui ricordiamo i nostri Caduti, nel contesto della festa di San Rocco, cui tutti siamo devoti, ciò non significa esaltare la guerra nè l’Italia in guerra, ma i nostri giovani che nel fiore della gioventù donarono la loro esistenza per la salvezza della Patria.

La nostra generazione è più fortunata, apparteniamo ad una Nazione, l’Italia, ed all’Europa che propugnano ideali di pace e solidarietà. L’articolo 11 della nostra costituzione recita espressamente: ”l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Il nostro pensiero va alle FFAA pensate per difendere la Patria ed il territorio nazionale, per fini di protezione civile e missioni di pace quindi esse lavorano per portare condizioni di convivenza civile in quei territori dilaniati da guerre intestine. Un impegno talvolta difficile e pericoloso nella ferma convinzione di operare per la pace: bene supremo dell’intera umanità.

E’ il giorno della nostra commemorazione dei Caduti, una commossa partecipazione e la condivisione di una memoria collettiva ci unisce e ci affratella al cospetto di questo Monumento in cui sono scritti a caratteri indelebili i nomi dei nostri eroi. A questi giovani, nella loro diversità di idee e di pensiero, ma accomunati dal nobile ideale di difesa e di salvezza del nostro Paese, fino all’estremo tributo della vita, il nostro eterno ringraziamento alla memoria. Ma il vero ringraziamento lo si fa con l’esempio del nostro comportamento che deve essere finalizzato all’abbattimento delle troppe, assurde, differenze che attanagliano i popoli della terra. Non più servi né padroni ma cittadini del mondo, in cammino su questa terra incontro allo stesso destino. Teniamo ben presente che sebbene possa essere diverso il colore della pelle nelle vene scorre sangue dello stesso colore. Oggi è più che mai necessario attuare tutte quelle politiche d’integrazione recuperando la straordinaria capacità di farsi carico del prossimo, del fratello meno fortunato, se non vogliamo mancare di rispetto a coloro che, giovanissimi, donarono la vita per la costruzione di un’Italia più giusta, più equa, più umana! W i nostri Caduti, W Cabbia, W l’Italia![/i]

[i]*lettore[/i]

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