
E’ cominciato questa mattina, dinanzi alla Corte d’Assise di Teramo, il processo-bis a Romano Bisceglia, il teramano accusato di aver strangolato e poi fatto a pezzi la 50enne teramana Adele Mazza, i cui resti furono trovati in una scarpata alla periferia di Teramo, la sera del 5 aprile 2010.
La precedente condanna all’ergastolo con isolamento diurno, emessa lo scorso 23 aprile dall’Assise di Teramo ma in altra composizione, è stata annullata dai giudici dell’Appello dell’Aquila il 5 luglio, per difetto nella composizione dei giudici popolari e conseguente rinvio a un nuovo processo. Sarà anche per superare questo precedente procedurale che ha rimesso in gioco tutta la vicenda processuale il presidente della nuova Corte, Giovanni Spinosa, ha presentato all’aula il giudice a latere Franco Tetto e ad uno ad uno i sei giudici popolari che compongono l’Assise, compresi i quattro supplenti che assisteranno anche loro alle udienze del processo.
Nuovo è anche il pubblico ministero, Stefano Giovagnoni, ma solo per sostituire la collega Roberta D’Avolio, nel frattempo trasferita alla Procura dell’Aquila. L’udienza si è aperta con le eccezioni, numerose e complesse, delle parti: la Corte le ha rigettate la gran parte, riservandosi però di nominare un consulente di parte per la parte tecnico-scientifica, accogliendo altre richieste della difesa sull’acquisizione di nuovi reperti fotografici.
Il processo è in corso con l’audizione dei dieci testimoni dell’accusa previsti nel calendario di oggi: riprenderà giovedì e proseguirà anche venerdì per le intere giornate.