
di Valter Marcone
Nella mia casa tra i tetti
e gli sguardi ormai muti
delle finestre, tra vasi di gerani
e pennacchi di camomilla e basilico,
sui muri antichi
di pietre scalcinate e di sole
che avanza a guadagnare
della bella stagione il tempo;
nella mia casa tra balconi
dove canta il merlo ed abbaiano
i cani a festeggiare la sera,
un contrabbasso ripete
le sue note monotone
e tu signorina ottantenne
dallo sguardo cieco
sull’ultimo ricamo d’un tempo
ormai trascorso
come i lunedì e i venerdì
e le domeniche, tu aspetti
dell’orologio del campanile
il suono. Ora sono
come te, aspetto di sentire
suonare le ore mentre invecchio
lontano dalla mia casa tra i tetti.
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