Leo, un sogno chiamato danza

13 settembre 2013 | 16:43
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Leo, un sogno chiamato danza

di Roberta Galeotti

E’ partito a 14 anni per l’Accademia di Danza di Milano, caparbio e determinato a farcela anche se a L’Aquila gli avevano detto che non avrebbe avuto un futuro nella danza.

«La danza non sarà mai il tuo mestiere» la sonora bocciatura che risuonava nella testata di Leo Bizzarri.

Oggi, a 22 anni, Leo torna da professionista nella sua città, portando tutta l’esperienza e le capacità acquisite in questi anni di duro lavoro. Una grande sfida per Leo che insieme a Silvia Iacobucci sta per aprire a L’Aquila una scuola «che declini l’Arte della danza in tutte le sue forme».

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Il Centro Danza MUD, [i]Making Upward Dance[/i], offrirà un servizio di alta qualità rivolto a tutti coloro che «vogliano vivere la danza, respirarne l’aria ed alimentarsene». I corsi di danza saranno «svolti da leader di ogni disciplina a livello nazionale», ci ha spiegato Leo tra un trapano e un martello. «La tuttologia e l’improvvisazione non mi appartengono. Difendo la professionalità, le specializzazioni e la preparazione e ritengo che ognuno debba conoscere i proprio punti di forza e quelli di debolezza, sapendo quando e dove fermarsi».

Ha le idee molto chiare Leo, appare un ragazzo molto maturo e chiaramente arricchito dalle esperienze professionali ed internazionali vissute in questi anni.

Leo sarà il direttore artistico del Centro Danza Mud, specializzato in modern e nelle ultime tendenze, mentre la sua socia Silvia Iacobucci si occuperà di danza classica.

«Vorremmo – spiega Leo – che il centro diventasse il punto di riferimento per la danza a tutti i livelli e per questo l’offerta sarà ricca e molto articolata per un’utenza ampia e varia. Troveranno il loro spazio nella scuola sia le persone che avranno voglia di divertirsi e rotolarsi al tempo di musica, sia quelle che cercheranno una preparazione professionale».

«Il nostro intento è di offrire ad ognuno la possibilità di trovare il proprio percorso nella danza» continua Silvia, per questo abbiamo previsto corsi di ogni livello in tutte le discipline curati da professionisti in ogni singolo settore.

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La sensazione che si vive tra quegli specchi e quelle sbarre attaccate ai muri, tra le scritte in corsivo che raccontano l’amore per la danza e gli spogliatoi, è quella di aprire le porte e trovarsi nella scuola d’arte di New York, o senza andare tanto lontano, all’Accademia di Milano.

Per una profana come me cresciuta con dosi massicce di “Fame – Saranno Famosi” quegli specchi profumati di fresco mi riportano alle interminabili ore di lezione di Leroy Johnson e di Coco, che mi hanno fatto sognare da ragazzina la vita d’accademia.

L’entusiasmo di Leo e Silvia e la loro venerazione per la danza sono talmente forti da essere palpabili e da riaccendere passioni lontane nel tempo.

«La danza accademica si può seguire solo nelle poche Accademie riconosciute in Italia – aggiunge Silvia – mentre nelle scuole di danza si può fare solo la preparazione per l’accademia». Per assicurare l’estrema professionalità dei corsi di danza classica, Leo ha affidato la supervisione degli stessi alla ex direttrice della scuola di ballo della scala, Annamaria Prina, che seguirà mensilmente le lezioni della scuola.

Tutti gli insegnanti curricolari si alterneranno durante l’anno in stage, seminari, work Shop di approfondimento e tavole rotonde perché «la danza non è solo sport, ma è cultura».

Diversi anche gli aquilani che affiancheranno Leo e Silvia:

Paolo Massaro, break dance

Daniele Centi Pizzutilli, ginnastica artistica

Roberto Parisse, hip hop

Jennifer de Mattei, danza classica

Ludovica Bizzarri che terrà work Shop e seminari a L’Aquila da cui manca da oltre 10 anni.

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Un progetto di ‘Danza senza limiti’ sta particolarmente a cuore a Leo.

«Danza x tutti, senza limiti! La danza che fa danzare tutti, dance hability. Domenica pomeriggio Paola Banone, segretaria Unesco danza, terrà al Mud un work shop dedicato alla dance hability, cioè la danza x tutti con qualunque differenza o disabilità. In particolare il seminario sarà dedicato a coloro che si confrontano con i diversamente abili che volessero avvicinarsi alla danza, coloro i quali devono essere in grado di esaltare e di colmare le abilità, avvicinando tutti alla danza e non solo i talenti. Vorrei che si creasse un gruppo misto di appassionati in cui una ballerina possa ballare con un neofita arricchendo il suo bagaglio personale di esperienze ed emozioni».

A proposito di talenti, le persone più dotate che frequenteranno la scuola potranno senz’altro giovare dei contatti e della stima che Leo si è faticosamente guadagnato in questi anni, nonchè dell’esperienza in fatto di casting e audizioni.

«Il talento va, sicuramente, orientato, ma la danza è sacrificio. La danza è molto selettiva. Mi ritengo molto fortunato» ci confida con una voce molto partecipe Leo, che non nasconde di aver «esitato molte volte. La vita di accademica sembra entusiasmante, ma poi è molto difficile. Molto spesso sono stato sopraffatto dai dubbi e sono stato sul punto di mollare psicologicamente. Ma poi altre cose, tra cui la mia tenacia e la mia determinazione mi hanno dato la forza di andare avanti».

Non poteva mancare un commosso ringraziamento alle famiglie dei due giovani imprenditori della danza, che hanno supportato e sopportato i due talenti dapprima come ragazzini con un sogno nel cassetto e oggi come professionisti intenzionati ad investire sulla loro città.

Leo rientra a L’Aquila dopo molti anni trascorsi in giro per il mondo e Silvia resta a L’Aquila con un grande progetto che l’ha dissuasa ad abbandonarla.