Nuove farmacie in Abruzzo? «Tutto fermo»

13 settembre 2013 | 12:26
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Nuove farmacie in Abruzzo? «Tutto fermo»

«L’articolo 11 del decreto legge numero 1/2012, meglio noto come ‘Cresci Italia’, aveva previsto, per creare posti di lavoro, stimolare la libera concorrenza e abbassare i prezzi dei prodotti al consumo, che in Italia fossero autorizzate nuove farmacie. In Abruzzo, con la delibera di Giunta regionale numero 775 del 26 novembre 2012, è stato bandito un concorso per la nascita di 85 farmacie: 52 di nuova istituzione e 33 per sedi attualmente vacanti. Sono pervenute 1.223 domande, di cui 522 in forma associata». A ricordarlo, attraverso una nota, è il capogruppo regionale IdV, Lucrezio Paolini.

«La Regione, non più tardi del mese di gennaio di quest’anno – aggiunge Paolini – avrebbe dovuto nominare una commissione esaminatrice composta anche da due dirigenti regionali, in modo da stilare finalmente una graduatoria unica dei vincitori, ma sono trascorsi inutilmente più di otto mesi e tutto rimane fermo. Prima per questioni legate alle designazioni in capo all’Ordine dei farmacisti, oggi per la resistenza dei dirigenti regionali, i quali si rifiutano di far parte della commissione esaminatrice». Il motivo, secondo Paolini, risiederebbe in «un altro decreto. Quello sulla ‘spending review’, che stabilisce che le retribuzioni dei dirigenti siano omnicomprensive, perciò la partecipazione alla commissione avverrebbe a costo zero per la Regione, ma anche a guadagno zero per i dirigenti, notoriamente già malpagati».

«E’ un pessimo segnale – commenta Paolini – che arriva da tutta la classe dirigente regionale, eccezion fatta, è bene dirlo, per la dirigente del servizio Farmaceutico, che avrebbe già fornito la sua adesione e attende che un suo collega faccia altrettanto». «“[i]Pagare moneta, vedere cammello[/i]”, diceva un vecchio motto mercantile in auge nei circhi equestri – ironizza Paolini – è questa la massima applicata anche dai dirigenti regionali. E così tutto rimane fermo: nuova occupazione al palo, concorrenza ferma e prezzi in rialzo. Manca dunque un altro dirigente volenteroso. Chiodi dovrà trovarlo tra i meandri degli uffici, magari chiedendogli, come si faceva in tempo di guerra, di fare un passo in avanti».

«Noi – conclude Paolini – chiediamo a Chiodi di rispondere a una nostra interrogazione urgente, ma soprattutto di invertire l’ordine delle cose: anziché pagare ulteriormente per la partecipazione a commissioni esaminatrici, decurtiamo lo stipendio a chi si rifiuta di parteciparvi, pur essendo già un privilegiato».