Due aquilani tra gli autori del volume collettivo “Italia potenza globale?”

Qual è il ruolo internazionale dell’Italia? È questo il tema che “[i]Italia, potenza globale?[/i]” (Fuoco Edizioni) si propone di affrontare, partendo da un assunto fondamentale: «nonostante la retorica europeista e gli appelli per una politica estera comune e condivisa tra gli Stati dell’Unione, gli interessi dei singoli Paesi non sempre coincidono. Anzi».
«I contrasti – si legge nella nota di presentazione del volume – si manifestano, spesso, in modo molto palese: dalla politica monetaria a quella commerciale, dalla fiscalità alla concorrenza, sono molti gli ambiti in cui gli scostamenti appaiono più evidenti. La politica estera non fa eccezione: se la Francia guarda al Mediterraneo come al proprio cortile di casa e la Germania estende la propria influenza sino ai Balcani, sarà l’Italia a rimetterci, in termini tanto politici quanto economici. Non si tratta di nutrire ed alimentare sentimenti antieuropeisti o pulsioni populiste. Al contrario, un’analisi puntuale delle aree e dei settori in cui si assiste a un contrasto tra interessi nazionali diversi è la strada migliore per cercare un compromesso all’insegna del più autentico europeismo. Quello, per intenderci, che guarda al bene comune dei popoli europei, senza lasciare che le posizioni di forza si trasformino in egemonia e che le istituzioni comuni divengano [i]longa manus[/i] degli interessi di pochi. Il punto non è, quindi, se sia opportuno o meno gettare le basi per una politica estera comune dell’Ue: la risposta è che, certo, in un mondo politicamente regionalizzato ed economicamente globalizzato la centralità passa per l’aggregazione. In questa prospettiva si ragionerà, domani. Ma oggi? Come può muoversi l’Italia sullo scenario internazionale? Occorre concentrarsi sull’idea di interesse nazionale, a lungo considerata troppo destrorsa per fungere da faro della nostra politica estera. Un interesse nazionale che, anche alla luce della crisi economica in corso, nasce dall’intreccio di considerazioni strategiche, politiche, economiche e sociali. La difesa dei confini e la promozione delle esportazioni, la diffusione della lingua italiana e la stabilità del nostro quadrante geografico si fondono in un solo concetto, quello di interesse nazionale, che le racchiude in sé».
{{*ExtraImg_161238_ArtImgRight_300x191_}}In questo volume gli autori hanno individuato alcune aree prioritarie per la politica estera nazionale, indagando il ruolo che Roma vi svolge e paragonandolo a quello dei suoi partner/competitori europei. Ne emerge un quadro a tratti sconfortante. «Dal ritardo nelle relazioni commerciali con le economie asiatiche emergenti al defenestramento [i]de facto[/i] dalla Libia, l’Italia deve dare impulso alla propria azione esterna, con uno sforzo da parte di tutti: la politica, le imprese, le organizzazioni non governative».
{{*ExtraImg_161239_ArtImgLeft_300x192_}}Il libro, che è arricchito della prestigiosa prefazione di Mario Sechi, nasce dalla collaborazioni di due importanti Centri studi: www.equilibri.net e www.geopolitica.info. Tra i 6 autori figurano due aquilani: Salvatore Santangelo e Stefano Torelli. Torelli – laureato presso la Facoltà di Studi Arabo-islamici dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli – è un esperto di geopolitica e Medio Oriente e ha all’attivo diverse pubblicazioni sulle dinamiche politiche, storiche, strategiche ed economiche dei Paesi dell’area mediorientale. Santangelo – giornalista professionista – è laureato in Scienze politiche presso la Luiss-Guido Carli e dal 2009 dirige il Centro studi della Fondazione Nuova Italia. Tra le sue pubblicazioni: [i]Frammenti di un mondo globale[/i] (2005) e [i]Le lance spezzate[/i] (2007), entrambi editi da Pagine-Nuove idee. Anima anche un blog su www.huffingtonpost.it.