Simulazione di terremoto in Veneto

14 settembre 2013 | 00:56
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Simulazione di terremoto in Veneto

Tre giorni di iniziative ed eventi di protezione civile per il cinquantenario del disastro del Vajont: dal convegno sulla pericolosità idraulica a valle delle dighe, all’esercitazione nazionale sul rischio sismico “Nord-est 2013”, fino alla mostra “Terremoti d’Italia”. Ad ospitare gli eventi è Longarone (Belluno), una delle comunità maggiormente colpite dal disastro del 9 ottobre 1963.

RISCHIO IDRAULICO E DIGHE – L’iniziativa – “[i]La Protezione Civile e il Vajont. Prevenzione, soccorso, memoria[/i]” – si è aperta ieri, 13 settembre con un convegno sulla “Pericolosità idraulica a valle delle dighe”, organizzato da Fondazione Vajont, Regione Veneto e Dipartimento della Protezione Civile, in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Trento e Bolzano.

L’incontro è stata l’occasione per fare il punto sugli strumenti scientifici di valutazione del rischio idraulico, con particolare riferimento alle dighe e prendendo in esame l’argomento nella sua totalità, dalla valutazione della modulazione delle onde fino i piani per la gestione delle emergenze.

{{*ExtraImg_161222_ArtImgRight_300x200_}}Il convegno, moderato dall’esperto di protezione civile Elvezio Galanti, si è aperto con i saluti delle autorità locali. Nella sua introduzione Galanti ha illustrato alcune variabili fondamentali per la gestione dei territori a rischio, in particolare ha sottolineato l’importanza di una buona informazione alla popolazione affinché questa abbia una reale percezione del rischio, il ruolo della comunità scientifica, che deve sempre mantenere la propria autonomia e la fiducia nelle istituzioni che è fondamentale per la gestione di un’eventuale emergenza. Nei vari interventi che si sono succeduti diversi esperti hanno illustrato lo studio delle dighe, il monitoraggio delle frane e i relativi piani di emergenza. Il convegno è stato chiuso dall’intervenuto del Capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli, che, dopo aver ringraziato le autorità locali e i volontari intervenuti all’evento, ha ricordato l’importanza dell’apporto dato dalla comunità scientifica al servizio nazionale della Protezione Civile e di una corretta prevenzione strutturale per poter gestire i rischi presenti sul territorio.

Ieri si è svolto anche il quarto Meeting del volontariato veneto, importante momento di confronto tra i referenti dei distretti di protezione civile del Veneto e i rappresentanti del Dipartimento e della Regione. Tra gli argomenti all’ordine del giorno la direttiva del 9 novembre 2012, che mira ad assicurare l’unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all’attività di protezione civile, il controllo sanitario dei volontari e la formazione di protezione civile in Veneto.

ESERCITAZIONE ‘NORD-EST 2013’ – Oggi, sabato 14 settembre, è la giornata dell’esercitazione nazionale sul rischio sismico “Nord-Est 2013”, organizzata dal Dipartimento d’intesa con le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con le Province Autonome di Trento e Bolzano. L’iniziativa ha l’obiettivo di mettere alla prova la capacità di risposta in emergenza delle componenti e delle strutture operative del servizio nazionale della Protezione Civile, a livello centrale e periferico.

In particolare, “Nord-Est 2013” prevede la simulazione di un evento sismico di magnitudo 5.8 con epicentro nel Comune di Tambre, in Provincia di Belluno, con effetti che interesseranno anche le Province di Pordenone e Treviso. Tra le attività esercitative sono previste anche prove di evacuazione in alcune scuole. In previsione di queste attività nei giorni precedenti l’esercitazione sono stati organizzati dei seminari informativi per i dirigenti scolastici e i responsabili della sicurezza degli istituti. L’esercitazione rappresenta anche il momento conclusivo di un percorso di formazione che ha coinvolto in queste settimane i tecnici degli enti locali della Provincia di Belluno e Treviso.

L’evento storico di riferimento è il terremoto avvenuto a Bosco Cansiglio il 18 ottobre 1936 alle ore 3.10, con un’intensità massima di grado IX della Scala Mercalli. La scossa colpì la zona di confine fra le attuali province di Belluno, Treviso e Pordenone ed ebbe i suoi massimi effetti a sud dell’altopiano del Cansiglio nei paesi di Fiaschetti, Stevenà e Villa di Villa, dove vi furono numerosi crolli totali e diffusi crolli parziali, che resero inabitabili gran parte degli edifici. Gravissimi danni avvennero anche a nord di Cansiglio, nella conca d’Alpago, dove divennero inabitabili dal 50 al 70% delle case nei comuni di Puos d’Alpago, Cornei e Villa. A Sacile, Vittorio Veneto e in altre località delle vallate del Livenza e del Meschio vi furono crolli parziali e lesioni in gran parte delle abitazioni. Gravi danni si verificarono anche a Belluno, Conegliano, San Vito al Tagliamento e in altri 40 paesi circa. A Bolzano e a Venezia caddero vecchi intonaci e alcuni fumaioli. La scossa fu avvertita in un’area molto vasta: in maniera forte a Trento, Padova, Trieste e, in generale, in tutto il nord Italia, in Slovenia, Austria e Svizzera e, verso sud, fu sentita fino nelle Marche meridionali e in Umbria.

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IL RICORDO DEL DISASTRO DEL VAJONT – Domenica 15 settembre è previsto infine l’evento commemorativo del disastro del 9 ottobre 1963, quando una frana enorme si staccò dalle pendici del monte Toc precipitando nel bacino artificiale sottostante. La frana generò un’onda alta più di cento metri che superò la diga e si abbattè sugli abitati della valle del Vajont e del bacino della diga, causando più di 2000 vittime. L’evento commemorativo – organizzato dai Comuni di Longarone, Castellavazzo, Erto e Casso e Vajont, e la Fondazione Vajont – è un omaggio alla solidarietà di quanti si mobilitarono per prestare soccorso ai sopravvissuti. Al centro dell’evento, il passaggio simbolico di un testimone tra i soccorritori di allora e i volontari di protezione civile.

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Nel quadro degli eventi organizzati per il cinquantenario del Vajont si inserisce anche l’allestimento della mostra itinerante “Terremoti d’Italia”. Promossa e organizzata dal Dipartimento in collaborazione con la Regione Veneto e la Fondazione Vajont, l’esposizione resterà aperta dal 13 settembre al 16 ottobre, con l’obiettivo di stimolare i cittadini a un ruolo più attivo nel campo della prevenzione, attraverso la memoria degli eventi sismici del passato, la conoscenza del fenomeno fisico e degli strumenti utilizzati per misurarne la forza. Centrale è anche l’esperienza diretta: due tavole vibranti, appositamente progettate per simulare il movimento sismico, permetteranno ai visitatori di “vivere” in sicurezza l’esperienza del terremoto e di osservarne da vicino gli effetti.