
Signore,
è vero che ogni tanto Vi procuro qualche fastidio. Solo Voi, che avete grandi capacità di farVi capire, potete aiutarmi. Non riesco a far capire al Massimo comunale che le bugie non si dovrebbero dire. Non sta bene al primo cittadino far cadere, dall’alto della torre civica, una frase del genere: “Mi è capitato questo articolo”, in senso dispregiativo, come se fosse stato un pezzo di carta straccia da buttare nel cestino dei rifiuti. Non parliamo, poi, della maniera con cui ha esordito nel suo intervento: “Abbasso gufi e bagnini guasconi”, evitando di rispondere sulle colonne dello stesso giornale che gli è capitato per caso tra le mani.
[i]Mia cara,
non devi far caso alle espressioni “massimine”, perché esse, il più delle volte, definiscono molto bene il pulpito da cui proviene la predica. E, poi, ti ho anche avvisata che lo stile, nella casa comunale rappresenta solamente un optional, la cui applicazione non viene mai richiesta. Costa troppo. Posso dirti, invece, che non è affatto vero che al Massimo sfuggano i tuoi scritti. Li legge attentamente. Li rilegge e ci medita anche sopra. Te lo dico io che ho il privilegio di vedere quello che passa per la mente di tante persone. Poi, basta guardare sulla sua postazione Facebook quante volte condivide le tue idee, unitamente a tante altre persone. Vai avanti per la tua strada, “non ti curar di loro, ma . . . e passa”.
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Signore mio,
grazie per l’incoraggiamento e per il consiglio al quale mi atterrò strettamente. Ne avevo proprio bisogno. Vorrei dirVi un’altra cosa. Non ho potuto apprezzare positivamente, e con me tante altre persone, la pressione che il primo cittadino sta esercitando sull’editrice per conoscere, a tutti i costi, l’identità della povera vedova.
[i]Carissima,
al Massimo interessa più la firma del redattore dell’articolo che il contenuto delle idee, dei suggerimenti, delle indicazioni e delle raccomandazioni che tu, spesso, gli rivolgi ironicamente per salvarlo da tanti tranelli tesi anche dai suoi compagni di avventura. Cosa ci vuoi fare. Proprio nulla. È questione di scelte personali. Se uno vuole affogare, è inutile che tu lanci il salvagente. Non lo prenderà mai. Ma, poi, mettiamo fine a questa sceneggiata delle indagini per individuare chi sei veramente. Se non ti ha riconosciuto fino ad oggi, non lo farà più. Io, però, vorrei offrirgli qualche spunto. Il Massimo e la Povera vedova hanno frequentato la stessa scuola, non la stessa classe, perché la vedova era ed è leggermente più giovane. Più o meno c’è la differenza di un anno. [/i]
Signore,
per carità, non dite altro, altrimenti mi individua subito e, così, il gioco finirebbe troppo presto. Comunque, è vero che abbiamo frequentato la stessa scuola. È anche vero che abbiamo avuto amici in comune. Sinceramente, devo anche dire che, per quanto mi è stato possibile, ho evitato la sua compagnia perché mi dava fastidio quel compagno un po’ spocchiosetto, un po’ presuntuoso e pieno di sè. Pretendeva di sapere tutto lui. Avrebbe voluto condizionare le nostre scelte, ma non ci è riuscito quasi mai. Anche in quel periodo scolastico ha curato più l’aspetto estetico che il profitto. Anche nel periodo scolastico non è stato sempre leale con la nostra compagnia. Appena gli capitava l’occasione cercava di rubarci le idee per arrivare primo. È questo un vizietto che gli è rimasto. Oppure, non avremmo dovuto fare certe cose perché l’idea non era partita dalla sua mente. Torniamo a noi. Dopo il mio intervento sugli “incartamenti”, il Massimo si è risentito e ha pregato la mia editrice di non pubblicare i miei “lamenti”, questo è vero? Non ha parlato del mio licenziamento e l’editrice non ha riferito altro. Di licenziamento ho parlato solamente io, come conseguenza logica dell’invito a non pubblicare i miei interventi. D’altra parte, senza lavoro, cosa dovrei fare, riscaldare la sedia, o restare a guardare quello che gli altri non fanno? In merito al suo sito Facebook, riservato e personale, vorrei chiedermi dove trova tutto questo tempo per dedicarsi ai rapporti, non sempre sereni, con i cittadini. Infatti, nel momento in cui mi ha definito “Bagnino”, forse sarebbe stato più appropriato il termine “Bagnina” data la mia appartenenza al sesso femminile, ha recuperato una serie di bordate che, certamente, avrebbe preferito di senso nettamente favorevole. Ha scritto ancora che “l’anonimo spera che salti l’accordo phoenix” e “tifa per i costruttori abusivi”. Infine, afferma che “i famosi ragazzi della barchetta tra i flutti della bufera anneghino”.
[i]Vedi, mia cara,
quando l’ira scoppia è difficile controllarsi e, ancora più difficile, appare difficoltosa una corretta lettura di argomenti che non scottano, ma impegnano. Per la verità tu non hai detto che debba saltare l’accordo Phoenix. Hai detto ben altro. Hai suggerito che le istanze per il finanziamento di taluni progetti debbano seguire le indicazioni di legge, non che la legge debba essere variata per finanziare un progetto non attinente a quella precisa norma di finanziamento. Per quanto riguarda, poi, la vicenda del parcheggio di Via Vicentini, non credo che tu abbia tifato per i costruttori abusivi. Tutt’altro. Hai messo solamente in correlazione i due provvedimenti “sequestro del parcheggio” e “chiusura del bar” perché i cittadini possano farsi un’idea precisa di quello che accade ed è accaduto in città. Ho notato un’altra cosa che tu non vuoi dire per evitare polemiche da quattro soldi. Io, però, lo posso dire, anche con eleganza se vuoi, cercando di spezzare una lancia in tuo favore e per richiamare l’attenzione del prossimo su certi atteggiamenti che, prima o poi, si ritorcono a danno di chi li assume. Il nostro sindaco, quando è carente di argomentazioni valide, non può fare a meno di alterarsi e di offendere, forse per una pura reazione istintiva, nella recondita speranza di sviare le attenzioni degli amministrati. Avrà tutte le ragioni possibili e immaginabili per le continue lamentele e proteste del popolo. Lo stile e l’etica, però, vanno salvate, conservate e osservate, altrimenti siamo al limite della civiltà. Vorrei suggerire una sola cosa a questo signore, nel suo esclusivo interesse. Una mattina, a mente fresca, si ponga dinanzi allo stesso specchio nel quale ama rimirarsi per vedere se il suo assetto stia in ordine. Provi a dire a quella immagine che il cristallo riflette “tu sei un bagnino”, “sei un gufo”, “sei un guascone”, “tu tifi per i costruttori abusivi”, “sei un mediocre” , aggiungi anche questa ultima espressione “tu non sai chi sono io e cosa sono capace di fare”. Al termine di questo discorsetto consiglierei al Massimo di non restare immobile dinanzi alla sua immagine per attendere la risposta perché, se questa dovesse arrivare, potrebbero insorgere seri problemi esistenziali.[/i]
Signore,
grazie di tutto. Non avrei saputo cavarmela bene senza il Vostro aiuto. Stavo per perdere veramente le staffe e, forse, avrei detto cose che non si addicono al mio stato vedovile e, soprattutto, alla mia veste femminile. Però, visto che proprio ieri l’assessore Di Stefano ha battuto cassa perché i quattrini della ricostruzione sono finiti, ritenete possibile rivolgere una richiesta agli organi comunali, a meno che non sia una eresia, oppure una grave onta da lavare con il sangue: “si potrebbe avere, ove nulla osti, un elenco dettagliato dei beneficiari dei finanziamenti”? potrebbe essere una dimostrazione di corretta trasparenza. Non vi pare?
[i]Carissima,
trovo la tua domanda pertinente, anche perché rispecchia i desideri dei cittadini, pertanto la giro a chi di competenza, ma non ti assicuro la risposta in tempi brevi. Cerca di tornare alla casa del Padre prima possibile, altrimenti potrai correre il rischio di essere travolta da elucubrazioni, sogni, affermazioni e fantasiosi progetti che la tua mente non potrebbe mai pensare. E così sia.[/i]