Videosorveglianza L’Aquila, spunta piano bis

20 settembre 2013 | 12:11
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Videosorveglianza L’Aquila, spunta piano bis

di Antonella Calcagni

Mentre L’Aquila continua a zoppicare lungo l’insidioso percorso ad ostacoli della ricostruzione e gli aquilani provano a sopravvivere in un centro storico puntellato e costantemente ‘osservato’ dalle camionette dell’Esercito Italiano, spunta all’orizzonte un nuovo rebus: il piano di videosorveglianza.

L’amministrazione comunale tramite il capo dell’ufficio speciale Paolo Aielli annuncia un bando europeo per la redazione di un sistema complesso di monitoraggio, ma dimentica di aver nel contempo affidato alla Spee, con una delibera, un medesimo piano di videosorveglianza da 42 punti. A svelare il piano doppione è l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianfranco Giuliante.

La Spee dopo il 2009 ha inglobato la [i]All in one[/i], che prima del sisma aveva l’incarico di videosorveglianza. Un incarico mai revocato dall’amministrazione che ha fatto maturare crediti definiti poi con una transazione conclusa in seguito ad un decreto ingiuntivo pari a 781 mila euro. Con una delibera dell’ottobre scorso l’amministrazione comunale rimodula l’incarico alla Spee, ricorda Giuliante, affidando alla società un nuovo incarico di videosorveglianza per 42 punti in città dal 2013 al 2019 con spese per un milione e 400 mila euro. La società ha lavorato ma tutti sembrano aver dimenticato questo affidamento. Giuliante ricorda che il capo dell’ufficio speciale, Paolo Aielli ha specificato che non è lui a dare impulso al piano, ma lo fa sulla base di un progetto del Comune dell’Aquila.

Un doppione quello della videosorveglianza che per Giuliante riflette l’incapacità oggettiva di gestire la spesa. Risorse che continuano a prosciugare le risorse del terremoto. Se vi fosse stata lungimiranza da parte del sindaco nella gestione della sicurezza, spiega l’assessore, i costi dell’Esercito si sarebbero potuti eliminare già da tempo. La presenza dell’esercito è costata dal 2010 al 31 agosto 2012 quasi 9 milioni di euro, cui si aggiungono due milioni di euro per la riparazione dei mezzi.

Giuliante fa riferimento anche ai fondi della ricostruzione: «È fuori luogo che dopo aver chiesto una mobilitazione cittadina per avere fondi ulteriori oggi stiamo plaudendo ad una operazione di sconto bancario del miliardo e due spalmato in sei anni. È una farsa».