
Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente affida dinuovo alla sua pagina di Facebook il solito amaro sfogo che, quest’oggi, include scheletri negli armadi e ‘ricatti morali’ dei suoi consiglieri.
Alle 13:40 di questo sabato post consiliare, il sindaco decide di fare nomi e cognomi sui numeri della sua maggioranza partendo dalla discussione in consiglio del masterplan di Piazza d’armi.
Il primo cittadino ricorda, infatti, ai suoi elettori ed eletti che la candidatura di un sindaco si basa su un programma elettorale condiviso che diventa il fulcro delle elezioni e del programma di governo, poi.
«Il candidato Sindaco presenta un programma elettorale; i candidati consiglieri lo leggono, se lo accettano si candidano nelle varie liste, esprimendo fiducia nel candidato Sindaco e di fatto sottoscrivendo il programma».
«Il mio programma di mandato, è stato redatto, in numerose assemblee, con le cittadine e i cittadini, e proprio su Piazza d’armi si discusse a lungo, anche perchè già allora si parlava del teatro donato dall’Australia con il relativo parcheggio, e degli impianti sportivi. Quindi tutti i consiglieri di maggioranza erano edotti sul Master Plan di Piazza d’armi e, qualora non lo avessero condiviso non avrebbero dovuto candidarsi con me, e con il mio programma, alle elezioni.
Il progetto ha, inoltre, vinto un concorso internazionale di idee (controllato passo passo anche da una delegazione dei cittadini, guidata dall’attuale Cittadina Blundo), ottenendo il massimo riconoscimento e un finanziamento di euro 15 milioni, al Concorso nazionale “città d’Italia”.
Ha vinto per la sua completezza e spirito innovativo, perchè contiene 8 ettari di parco, una grande struttura culturale, impianti sportivi, relativi parcheggi e servizi.
Allora il voto contrario di Perilli, peraltro presidente della II commissione Territorio, come si spiega?
Il consigliere si giustifica dicendo che circa 8-10 anni fa votò in consiglio un ordine del giorno in cui chiedeva che lì vi fosse solo prato. Ma allora non ha letto il programma elettorale che pure ha sottoscritto?
E Antonello Bernardi, che ieri ha esternato la sua coerenza ambientalista, non aveva letto il programma? Ma parla proprio lui, che è stato il più violento sostenitore della localizzazione del mercato ambulante in piazza d’armi, primo firmatario dell’ordine del giorno che ha portato ad un’opera costata 1,8 milioni di euro.
Ma ieri vi è stata proprio la fiera delle ipocrisie.
Imprudente, D’Eramo e Colonna sono i reduci di quel centrodestra che tentò di far mancare il numero legale nell’ultimo giorno utile per acquistare, ad 1,8 milioni di euro dall’agenzia del demanio, un’area che ne vale oltre 8.
Lo fecero, sperando di favorire qualche speculatore immobiliare, perchè Tempesta, l’allora Assessore Carli e l’intera destra, volevano fare dell’area il “parco degli affari”, vale a dire palazzi e grattacieli.
Ieri hanno votato contro perchè dicono che vi è poco verde e poche panchine, scoprendosi improvvisamente ambientalisti, loro che avevano anche presentato il PRUST sulla murata Gigotti. Confidano sulla scarsa memoria degli aquilani, che prendono da anni per i fondelli. Ritroverò gli atti e li pubblicherò, perchè credo che ormai serva chiarezza, e , per chi ce l’ha, un minimo di onestà intellettuale.
Ma quanto accaduto ieri, e nella riunione di maggioranza, a mio avviso indica ben altro. Vedo, con cresecente stupore, prima ancora che preoccupazione, una instabilità della maggioranza. Stupore perchè anzichè sentire sino in fondo la terribile responsabilità che grava sulle nostre spalle, si bada molto alla propria visibilità personale, del proprio partito, di propri interessi. Non tutti, chiaramente, ma alcuni sì.
Attualmente il consiglio comunale, per legge, ha 32 consiglieri, 18 di maggioranza e 14 di opposizione. Ciò comporta che bastino due tre consiglieri per mandare sotto la maggioranza.
Ormai il consigliere Giuseppe Ludovici, eletto con l’API, è uscito dalla maggioranza perchè mi sono rifiutato di accettare il suo ricatto di nominare presidente dell’ex ONPI Alfonso Tiberi (già assessore del centrodestra) per mantenerlo in maggioranza. Siamo passati da 18 a 14 a 17 a 15.
Il consigliere Antonello Bernardi, sebbene sia il vicecapogruppo del PD, che dovrebbe essere il partito di riferimento della maggioranza, il suo connettivo, raramente vota a favore, (ha sempre una sua coerenza del momento), per cui siamo ormai 16 a 16.
Il consigliere Ermanno Giorgi, è ormai un pò in bilico, perchè si è già dimesso da Vicepresidente del Consiglio. Lunedì prossimo alle 13 verrà con lo stato maggiore del suo partito per un chiarimento definitivo. Potremmo così andare a 15 voti di maggioranza e 17 di opposizione.
Il Capogruppo del PD, Maurizio Capri, l’altra sera ha detto chiaramente che è pronto a mandarmi a casa, attaccando durissimamente il suo assessore Di Stefano, il suo segretario di partito Albano, il suo collega di gruppo Palumbo. Credo che il problema sia che lui vorrebbe che si desse un ruolo importante, nella redazione del nuovo piano regolatore, all’ex candidato sindaco del PDL Prof Pierluigi Properzi.
Perchè racconto tutto?
Queste cose sono sempre avvenute, anzi nella scorsa consigliatura fu peggio. Ma prima del terremoto queste vicende, molto ma molto personali, le gestivo, quasi divertendomi (seppure indignato). OGGI POICHE’ LA CITTA’ NON LE PUO ACCETTARE, IO NON LE ACCETTO.
La città non le può accettare perchè sta vivendo una delle fasi più drammatiche della sua storia, e soprattutto perchè è impegnata su tre fronti: ricostruzione, progetto strategico di sviluppo, ordinaria amministrazione.
Un compito da far tremare le vene ai polsi.
Ma soprattutto non può perchè fuori dalle stanze dove si svolgono i ridicoli riti dell’ipocrisia, ci sono ormai migliaia di cittadini, giovani e non giovani, disoccupati, famiglie disperate, persone che chiedono risposte.
La giunta si sta massacrando. Gli uffici non riescono a tener dietro. I comuni non hanno una lira.
Ho chiesto questa mattina al segretario del PD di convocare sindaco, assessori , gruppo consiliare ed attivo degli iscritti. Gli ho spiegato che soprattutto il PD, che vede fibrillare il proprio capogruppo e vicecapogruppo, mi deve far sapere cosa vuole fare. Ma me lo deve dire il partito, non i consiglieri!
Gli ho anche detto come la penso: SE SI DEVE ANDARE AVANTI A STENTO IN QUESTO NON GOVERNO, FATTO DI VETI INCROCIATI E TUTELA DEI PROPRI DISEGNI, SARA’ GIUSTO RIDARE LA PAROLA AI CITTADINI.
PROPONGO PERTANTO UN PATTO FRA GENTILUOMINI. DECIDIAMO DI RIDURRE AL MINIMO LA FASE DI COMMISSARIAMENTO E TORNIAMO ALLE URNE.
IL PD si candida a guidare la regione, mostri di saper risolvere i suoi problemi per guidare L’Aquila. Su Ludovici non conto, poichè il vecchio del vecchio più vecchio, non credo che possa capire che i tempi dei ricattucci è finito. Non è colpa sua. E’ colpa mia per averne accettato la candidatura. Dovevo saperlo!»
Il sindaco aggiunge anche un Post Scriptum inquietante che rimanda all’imminente nomina dei presidenti delle aziende municipalizzate «ps. Tra poco si potrebbe ballare ancora di più. Si devono rinominare le presidenze delle aziende….sai che storie!!!!!!!!».