
«Voglio sperare che l’attenzione da parte del ministro Trigilia dimostrata in questi giorni per la ricostruzione della città dell’Aquila sia sentinella di un nuovo e più vigoroso impulso alla nostra rinascita. Ma perché il ministro possa operare al meglio nelle soluzioni e nelle sinergie che ci occorrono, sono necessarie alcune fondamentali precisazioni». A chiarirlo, attraverso una nota, è l’assessore comunale alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano.
«In una recente nota – spiega l’assessore – egli asserisce che ci sono risorse residue, ben 400 milioni di euro, a valere sulle delibere Cipe 43/2012 e 135/2013. Ma i fondi della 43/2012 sono esauriti da tempo immemore e in cassa per l’anno 2013 della 135 siamo drammaticamente sotto già di oltre 100 milioni di euro. L’Aquila é di nuovo, dunque, di fronte ad una empasse di natura economica, come denunciato in più occasioni dal sindaco e come dichiarato dal coordinatore Usra, Paolo Aielli, in occasione della sua audizione alla Commissione consiliare di Garanzia e Controllo. Alla mano i precisi report dell’Assessorato alla Ricostruzione del Comune dell’Aquila. In questo scenario, tranquillizzare sulle risorse la città e dunque anche le imprese, i tecnici incaricati, le stesse istituzioni, ha l’identico sapore del cordiale al bergamotto di primaverile memoria».
«Innanzitutto – spiega Di Stefano – per non alterare drammaticamente la programmazione decisa dal Consiglio Comunale (cronoprogramma per la ricostruzione dell’Aquila e frazioni) e non fermare il positivo avvio dei cantieri che adesso vede protagonista anche il centro storico cittadino, é importantissimo capitalizzare immediatamente la previsione di stanziamento sul Dl 43/2013 (cosiddetto Decreto del Fare). Non possiamo permettere la disponibilità di queste risorse nei sei anni previsti nel Dl e il metodo del factoring bancario, concordato con lo stesso Governo, é, ad oggi, l’unica via percorribile in mancanza del ripristino della Cassa Depositi e Prestiti. A questo scenario si aggiunge l’assoluta necessità del trasferimento dei residui 105 milioni della delibera Cipe 135/2012 previsti per l’anno 2013. Infatti in base alle richieste completate, dovremmo predisporre l’assegnazione del 46%, ma attualmente non vi è nessuna disponibilità di fondi: siamo già ad oltre 650 milioni di impegni, contro un trasferimento complessivo effettuato di 555 milioni».
«Voglio infine ribadire – conclude l’assessore – che nella prossima legge di stabilità dovrà necessariamente essere previsto lo stanziamento di 1,2 miliardi, come stabilito nel cronoprogramma, bene concordato, anche con il precedente governo».