Parolisi, chiesta conferma ergastolo

25 settembre 2013 | 13:24
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Parolisi, chiesta conferma ergastolo

Il procuratore generale Romolo Como ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Salvatore Parolisi, anche con tutte le aggravanti. L’udienza in Corte d’Assise d’Appello all’Aquila è stata poi sospesa per riprendere nel pomeriggio, quando è previsto l’intervento delle parti civili.

Salvatore Parolisi, secondo quanto appreso nei corridoi del Tribunale dell’Aquila, apparirebbe dimagrito rispetto a undici mesi fa, quando, il 26 ottobre 2012, nell’aula del Tribunale di Teramo, fu letta in primo grado la sentenza di condanna all’ergastolo per l’omicidio della moglie Melania Rea.

La difesa ha manifestato l’intenzione di presentare istanze preliminari e richieste di inserimento di nuove perizie, possibilità che viene data anche alla Procura e alla parte civile, che però non vi farà ricorso.

L’accoglimento viene considerato un fatto eccezionale, perché si tratta di un processo “chiuso”, essendosi svolto in primo grado con rito abbreviato. Comunque, sarà la Corte a riunirsi in camera di consiglio a decidere.

Se le istanze della difesa, che probabilmente riguarderanno nuove perizie su due macchie di sangue – una nel boschetto e una sul corpo di Melania – dovessero essere respinte, si andrebbe avanti velocemente, con la sentenza che potrebbe arrivare già nell’udienza di lunedì 30, dopo quella fissata venerdì prossimo. In quel caso, ci sarebbero nell’ordine le repliche di Procura generale, parte civile e difesa. Alla fine di questi interventi Parolisi potrebbe rilasciare una dichiarazione spontanea.

Si saprà nella giornata di lunedì 30 settembre, cioè nel corso della terza udienza programmata del processo in Corte d’Assise d’Appello se ci sarà la sentenza, oppure se ci sarà un nuovo approfondimento sulle prove a carico dell’imputato. Come ha spiegato il procuratore generale della Corte d’Appello, Romolo Como, al termine delle tre udienze la Corte si pronuncerà sulle istanze di nuove perizie presentate attraverso una memoria dai legali di Parolisi, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile.

«Abbiamo affrontato un processo in primo grado nel quale l’accusa ha portato una ricostruzione dei fatti, un movente che, grazie anche all’attività istruttoria fatta dal giudice e proposta dalla difesa, è stato totalmente respinto dal giudice – ha spiegato l’avvocato Biscotti, uno dei legali di Parolisi – Lo stesso ha poi fatto una propria ricostruzione. Oggi ci troveremo a contrastare punto per punto quella che è stata la ricostruzione del giudice, proprio per dimostrare, così come abbiamo fatto in primo grado, l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria. Riga per riga dimostreremo come la ricostruzione fatta dal giudice è fantasiosa e non aderente ai fatti e ai dati emersi durante il processo».

I COMMENTI

Pg, motivazioni imprecise ma no effetti su sentenza – «Va corretta l’impostazione delle motivazioni e la parte del movente, le motivazioni sono imprecise e male impostate ma non è che l’eventuale difetto comporti qualcosa sulla sentenza». Così il procuratore generale della Corte d’Appello, Romolo Como, al termine della requisitoria nel processo d’Appello a carico del caporal maggiore Salvatore Parolisi.

Como al termine del suo intervento ha confermato la richiesta dell’ergastolo e delle aggravanti che sono crudeltà, minorata difesa e vilipendio del cadavere senza le quali la Corte non potrebbe tecnicamente confermare l’ergastolo. «La Corte può anche dare una diversa motivazione e arrivare allo stesso risultato», continua Como sottolineando che i legali difensori hanno presentato le richieste di approfondimento che la Corte discuterà nella giornata di lunedì.

Como, sollecitato dai giornalisti ha anche affrontato i dubbi in relazione al movente, spiegando che «può essere verosimile che sia collegato ai rapporti con la moglie» e cioè, all’imbuto in cui si è trovato. Rispetto ad altre discordanze tra quanto si dice nella motivazione della sentenza e in particolare sulla presenza di Parolisi nei due luoghi, Como sottolinea che «lì forse la sentenza è stata precipitosa nel dare interpretazioni: in base alla sentenza infatti si potrebbe dire che, anche fosse vero che inizialmente Parolisi fosse stato visto da alcune persone a Colle San Marco, ciò non esclude che potesse essere passato prima a Colle San Marco e poi al bosco delle Casermette. Sarebbe stato dirimente se Parolisi fosse stato visto successivamente all’omicidio, per questo ho chiesto la conferma dell’ergastolo».

In relazione al comportamento in aula di Parolisi, Como ha spiegato che «è stato sempre composto e seduto, non so se farà dichiarazioni spontanee, lo dovreste chiedere ai suoi difensori».

Difesa, «Ancora punti oscuri, confidiamo nella Corte» – «Abbiamo chiesto un approfondimento di indagini alla luce del fatto che vogliamo dimostrare che ci sono ancora punti oscuri». Così l’avvocato Nicodemo Gentile, uno dei due legali di Salvatore Parolisi, al termine della prima udienza del processo d’Appello.

«Esiste un contrasto su prove decisive tra i Ris e i giudici, uno dice che ci sono impronte dei piedi uno dice che ci sono impronte di mani. Chiediamo se sono piedi di chi sono, se sono mani di chi sono». Sull’udienza di stamani Gentile ha sottolineato «che confidiamo nell’equilibrio della Corte». «Dopo un’ampissima relazione da parte del giudice al latere c’è stato l’intervento del procuratore generale che ha confermato che in questo processo esiste un contrasto fra il giudice e la Procura sul movente, inoltre è apocalittica la descrizione dei giudici», ha detto ancora l’avvocato Gentile sottolineando che «la richiesta di conferma dell’ergastolo non ci impressiona». Sulle condizioni del caporalmaggiore Gentile ha spiegato che Parolisi «ha sulle spalle un ergastolo e una richiesta di conferma della pena. È un uomo in difficoltà, ma ancora vuole combattere».

Legale Rea, «su aggravanti processo molto importante» – «La partita processuale sulle aggravanti è molto importante». Così il legale della famiglia di Melania Rea, Mauro Gionni, al termine della prima parte dell’udienza del processo d’appello al caporal maggiore Salvatore Parolisi.

«Se non vengono confermate le aggravanti non si può applicare la sentenza all’ergastolo», ha continuato Gionni il quale, in riferimento alle istanze di approfondimento delle indagini presentate dai legali di Parolisi ha sottolineato che «sono state già oggetto di discussione in primo grado e comunque le nuove prove non possono essere chieste dalle parti, dipende solo dalle decisioni dell’ufficio. Non esiste infatti un potere delle parti, può esserci solo una sollecitazione sulla rinnovazione delle prove».

In relazione al nuovo faccia a faccia tra Parolisi e i familiari di sua moglie Melania Rea e sul possibile nuovo momento di tensione, l’avvocato ha spiegato «di aver guardato i giudici essendo Parolisi coperto dai suoi legali e i familiari della mia assistita alle spalle quindi non mi sono preoccupato di questo aspetto». «È chiaro – ha continuato Gionni – che ogni volta che c’è un incontro con Parolisi da quello che mi riferiscono, l’atmosfera e le sensazioni si aggiungono a cose che non scompaiono mai, immagino che sia stato così anche oggi anche se non abbiamo avuto il tempo di parlarne».