L’Aquila, bufera su ‘Terremoto io non rischio’

26 settembre 2013 | 15:12
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L’Aquila, bufera su ‘Terremoto io non rischio’

Il Comune dell’Aquila attacca la Protezione civile per l’esclusione dalla campagna nazionale “Terremoto, io non rischio” sulla riduzione del rischio sismico, che si terrà questo fine settimana in 200 comuni italiani, ma il capo dipartimento, Franco Gabrielli, risponde con durezza bacchettando la città dove è stato prefetto nei giorni del post-terremoto del 6 aprile 2009.

Nell’iniziativa, organizzata dalla Protezione civile nazionale, sono stati coinvolti i comuni abruzzesi di Altino, Orsogna e Chieti nel Chietino, Castilenti, Martinsicuro, Morro d’Oro, Pineto e Teramo nel Teramano, Città Sant’Angelo per Pescara, Avezzano, Castel di Sangro, Civitella Roveto e Magliano dé Marsi nella provincia dell’Aquila, infine. Tutti eccetto il capoluogo.

«E L’Aquila? – si è chiesto polemicamente l’assessore comunale alla Protezione civile Roberto Riga – Forse non sono bastati i 309 morti per capire che c’è bisogno di prevenzione sismica? Non abbiamo ricevuto alcuna convocazione, ho chiamato il dipartimento regionale e mi ha spiegato che il dipartimento nazionale ha fatto una scelta ben precisa nell’escluderci, in quanto doveva essere scelto solo qualche comune abruzzese. La nostra città era stata scelta solo inizialmente, poi l’hanno tagliata fuori».

Una versione smentita completamente dalla nota di Gabrielli: «Non posso davvero credere che un autorevole rappresentante del Comune abbia fatto tali affermazioni, soprattutto essendo informato dallo scorso maggio – è sbottato – Non posso permettere che una iniziativa così importante come ‘Terremoto – Io non rischio’ venga sporcata da falsità simili».

E sull’assenza di esercitazioni nonostante il tragico sisma ha concluso: «Mi fa specie che quattro anni dopo il terremoto sia necessaria un’iniziativa del Dipartimento nazionale per parlare di rischio sismico a L’Aquila. Ecco perché sono io a chiedermi, con costernazione, se 309 morti non sono bastati».

Oggi il consigliere comunale del gruppo ‘L’Aquila che vogliamo’ Vincenzo Vittorini, duramente colpito dalla tragedia (ha perso la moglie e una figlia), ha convocato d’urgenza i cronisti su questa vicenda. «Chiedo con forza e con enorme indignazione le dimissioni dell’assessore comunale alla Protezione civile Roberto Riga e del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente – ha detto – Mi batto da anni per la sicurezza in questa città, dopo quello che è accaduto ieri non si può più fare finta di niente».

Nella sua controreplica, infine, Riga ha provato a gettare acqua sul fuoco: «Ieri mi sono chiarito con Gabrielli, ci siamo capiti e si è messo a disposizione della città – ha assicurato – Vittorini pensa di risolvere le cose in questo modo ma dell’iniziativa cui non partecipiamo non ero a conoscenza. Ho controllato in Comune, ma per un disguido tra settori non ho ricevuto comunicazione».

Come da invito dell’ufficio stampa del Capo Dipartimento della Protezione Civile, pubblichiamo integralmente la nota di chiarimenti di Franco Gabrielli.

«Egregio Direttore,

ho letto l’articolo ‘Terremoto: il paradosso, giornate contro il rischio ma L’Aquila ne resta fuori!’ e la prima reazione è stata: Non ci posso credere!

Non posso davvero credere che un autorevole rappresentante del Comune abbia fatto tali affermazioni, soprattutto essendo informato dallo scorso maggio. Non posso credere che le spiegazioni della Regione siano quelle riportate. Non posso permettere che una iniziativa così importante come “Terremoto – Io non rischio” venga sporcata da falsità simili. Voglio, quindi, ripristinare la verità.

“Terremoto – Io non rischio” è la campagna di sensibilizzazione, giunta quest’anno alla terza edizione, sul rischio sismico organizzata dal Dipartimento della Protezione Civile, da Anpas, in collaborazione con Ingv e Reluis, in accordo con le Regioni e i Comuni interessati. Quest’anno l’iniziativa si svolgerà in circa 200 Comuni italiani, coinvolgendo oltre 3.200 volontari di 14 associazioni nazionali di protezione civile.

Al fine di informare per tempo i Comuni e chiedere la loro collaborazione nell’organizzazione dell’iniziativa, il 2 maggio 2013 ho inviato una lettera a tutti i Sindaci dei Comuni che sarebbero stati coinvolti (nota prot. n. DPC/VOL/26103) e, per conoscenza, ai direttori di protezione civile delle Regioni e Province Autonome, ai Presidenti di Anci e Upi, allegando l’elenco completo delle piazze individuate e delle organizzazioni di volontariato che si stavano facendo carico, per ogni Comune, di pianificare e gestire l’evento. Tra i Sindaci in indirizzo – è utile ribadirlo – c’era anche quello di L’Aquila.

In seguito, il 23 agosto, siamo stati costretti a fare una nuova nota (prot. DPC/VOL/49401) al Sindaco di L’Aquila – e, sempre per conoscenza, al direttore di protezione civile della Regione Abruzzo – per informare dell’annullamento della piazza prevista nel Comune. Il motivo? Problemi organizzativi dell’associazione di volontariato (tra cui le spese per il trasporto e montaggio del gazebo, la richiesta di pagamento della tassa di occupazione del suolo, corrente elettrica), che non è stato possibile superare poiché da parte degli enti territoriali non è stato garantito alcun supporto.

Chi è molto dispiaciuto di tutto questo sono io e lo sono, credo, ancora di più i volontari. Gli esponenti dell’amministrazione comunale, se avessero voluto per tempo, avrebbero tranquillamente avuto tutte le possibilità per evitare questa spiacevole situazione, essendo stati puntualmente informati di tutto.

Un’ultima cosa: mi fa specie che quattro anni dopo il terremoto sia necessaria un’iniziativa del Dipartimento nazionale per parlare di rischio sismico a L’Aquila. Ecco perché sono io a chiedermi, con costernazione, se 309 morti non sono bastati».

[i]Franco Gabrielli[/i]