Sanità, «necessario definire subito patto salute»

«E’ necessario definire al più breve il nuovo Patto per la salute». Lo ha detto il presidente della Regione, Gianni Chiodi, nel corso del confronto pubblico a Bologna su welfare di comunità con il presidente della Puglia, Nichi Vendola, e il presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.
«Il nuovo Patto per la salute – ha aggiunto – non solo consentirà di definire tra Governo e sistema della Regioni gli aspetti finanziari e programmatici correlati al Sistema sanitario nazionale, ma costituirà anche lo strumento per migliorare la qualità dei servizi, per promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e per garantire l’unitarietà del sistema».
Welfare è fallito, troviamo terza via – «Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che l’attuale sistema di welfare è fallito e dobbiamo lavorare per trovare una terza via». Lo ha detto il presidente della Regione, Gianni Chiodi, parlando a Bologna sul welfare di comunità. «E’ un sistema che è fallito perché ha costi insostenibili per i cittadini – ha spiegato Chiodi – e ci siamo resi conti che in queste condizioni i nostri figli non potranno avere il supporto sociale che abbiamo avuto noi. Da qui la necessità di battere la terza via del welfare di comunità, cioè di un welfare sostenibile che tenga conto dei mutamenti demografici, dell’allungamento medio della vita e della conclusione del ciclo della risorse pubbliche. Questo nuovo modello – ha sottolineato Chiodi – deve essere sostenibile in modo da diventare sistema di protezione sociale per i nostri figli».
«La terza via o il welfare di comunità richiede però una nuova cultura comunitaria in grado di recepire le novità». Ha insistito il presidente Chiodi nel suo intervento. «E dalle Regioni deve venire uno sforzo di innovazione per non restringere e ridurre i diritti sociali che hanno un costo alto per essere garantiti. Significa capovolgere del tutto l’attuale impostazione culturale basata sull’idea che ha valore primario l’interesse individuale, mentre al resto ci pensa lo Stato. Questo non è più possibile ed è invece necessario far nascere la cultura comunitaria che implica doveri e impegni che non possono essere delegati o scaricati sulla Stato. Questo è il welfare che ho in mente io e questo è il welfare di comunità».
In Abruzzo rete territoriale assistenza – Il presidente della Regione ha poi illustrato brevemente alla platea della Fondazione Santa Clelia Barberi che ha ospitato il convegno, il lungo e difficile cammino di risanamento della sanità regionale. «Abbiamo riportato in ordine i conti della sanità senza tagliare i servizi ed anzi spendendo di più ma meglio. Rispetto al 2008 – ha detto Chiodi – spendiamo nella sanità 154 milioni di euro in più che abbiamo destinato ai presidi sul territorio con una rete territoriale di assistenza che prevede la nascita delle Unita complesse di cure primarie (Uccp) e delle Unità territoriali di assistenza primaria (Utap), solo per citarne alcune».
«Sono presenti su tutto il territorio regionale – ha insistito il presidente della Regione – i Nuclei delle cure primarie sia in gruppo sia in rete. Si tratta di un modello di aggregazione volontaria di medici che si organizzano per garantire copertura di assistenza nell’arco delle 24 ore. L’obiettivo è ridurre le liste di attesa. In Abruzzo ne abbiamo 49 con un totale di 436 medici impegnati. Su fronte degli ospedali, invece, abbiamo abbandonato la visione ‘ospedalocentrica’ che aveva l’Abruzzo per far posto alla riconversione di alcuni presidi come presidi territoriali di assistenza che dentro hanno punti di primo intervento».