Aeroclub, ‘si parla di tutto tranne che di voli’

27 settembre 2013 | 14:40
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Aeroclub, ‘si parla di tutto tranne che di voli’

di Antonella Calcagni

Continua la ribalta per lo scalo aquilano e i pareri politici contrastanti si sommano alle cronache di questi ultimi giorni.

Mentre appare sul sito ufficiale del Comune dell’Aquila un ufficio “gestione aeroporto” con gli orari di apertura e la pubblicazione della convenzione fra comune e scalo (documento che risale a quasi due anni fa), il gruppo di “L’Aquila città Aperta“, composto da Corrado Ruggeri, Giorgio De Matteis ed Emanuele Imprudente, interviene sulla spinosa questione.

L’esperto in materia è Corrado Ruggeri, coordinatore cittadino del movimento, che ha accompagnato l’aeroporto dalla nascita al commissariamento, in qualità di presidente dello stesso per circa un ventennio: «Sono favorevolissimo all’avvio del traffico di volo commerciale all’Aquila, ma qui si parla di tutto tranne che di voli di linea» spiega in premessa. Ruggeri, Giorgio De Matteis ed Emanuele Imprudente concordano nel sostenere che non c’è stato alla base della scelta della tratta uno studio serio. Non si poteva liquidare la questione con un sondaggino sul sito. «Andava fatto un business plan vero e una seria ricerca di marketing».

Per “L’Aquila città Aperta”, la Xpress è nella illegittimità: non ci sono i requisiti per impostare un discorso serio – dicono -. Si pensi solo al fatto che si vola a vista. Ciò significa che non si può atterrare di notte o in caso di nebbia. Con queste condizioni è difficile garantire voli di linea.

Ruggeri non perdona alla X-press la eliminazione del volo generale che comprende anche l’attività di aero club. «Le due realtà avrebbero potuto convivere, invece si è voluto sacrificare tutto per realizzare l’aerostazione».

A L’Aquila città aperta non sfugge poi l’operazione ”Zafferano Rosso”. «La verità – dicono – è che il gestore pensa di ripianare le eventuali perdite dello scalo attraverso la realizzazione di un centro commerciale. Ricordiamo che le norme tecniche di attuazione vietano esplicitamente di poter realizzare un centro commerciale nell’area. La sveltina di aver annesso il sedime al nucleo industriale non può funzionare. Ancora, il decreto Bersani vieta di realizzare grossi insediamenti commerciali nelle aree aeroportuali e nelle stazioni ferroviarie.

È nel business plan che il gestore dichiara esplicitamente di volere realizzare un “centro commerciale” , nel bando invece non se ne fa menzione».

«Se Cialente avesse letto con attenzione la lettera invece di urlare alla luna – dice De Matteis – avrebbe capito che il ministero chiedeva solo se lo scalo è capace di sostenere i costi. Legittima la domanda del ministero. C’è stata qualche uscita improvvida i qualche politico pro Pescara. Lo scalo dell’Aquila era destinato alla protezione civile, punto di riferimento del centro Italia. Il comune mette su un bando in cui perde questa mission. Pensare che 50 mila persone transitino per lo scalo è singolare. Le 60 persone finanziate dai fondi pubblici cosa faranno?

Sulle aree bianche abbiamo chiesto di sapere quanti sono i commissari nominati e quanto costano al Comune. Valuteremo l’opportunità di trasmettere tutto alla corte dei conti. Normare ora le aree non risolve il problema. Il Prg dov’è?»