«Sugli espropri recuperare il tempo perduto»

27 settembre 2013 | 15:06
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«Sugli espropri recuperare il tempo perduto»

«E’ trascorso ormai un anno da quando, in occasione dell’acquisizione al patrimonio comunale del “Progetto Case” e della visita del ministro Barca in consiglio comunale, invitavo Amministrazione Comunale e Governo ad una maggiore attenzione sul delicato problema degli espropri». A comunicarlo è il consigliere Stefano Palumbo.

«La mia fondata preoccupazione – continua Palumbo – derivava dal fatto che in corrispondenza del passaggio dalla gestione commissariale al nuovo assetto di governance, avvenuto il 31 agosto 2012, nessuno avesse previsto una sorta di deroga per la Struttura di Missione Espropri che operava per tutti i comuni del cratere sismico con un’importante dotazione finanziaria prevista dalla OPCM 4013/2012. Ed infatti, come avevo previsto, da quel giorno c’è stato un blocco delle attività fino al giugno di quest’anno quando, attraverso una convenzione tra tutti i comuni interessati, sono finalmente riprese le attività in capo all’Ufficio Speciale dell’Aquila. Risultato: sono stati persi 9 mesi, costati in termini di indennità di occupazione (ovvero il risarcimento per il periodo intercorrente tra la data di immissione in possesso e la data di determinazione dell’indennità di espropriazione dei terreni) oltre 6 mln di euro (circa 700.000 euro al mese)».

«Adesso, – aggiunge – il nuovo ufficio, coordinato dall’ingegnere Gabrielli, è chiamato ad imprimere un’accelerazione sulle procedure che, come previsto dal DPR 327/01, impongono all’amministrazione pubblica un termine perentorio di 5 anni per emanare il decreto di esproprio dell’area immessa in possesso, e ad oggi, non serve ricordarlo, sono già trascorsi circa 4 anni».

«Per fare il punto della situazione – conclude il consigliere – e capire l’andamento delle attività di esproprio sulle tante aree occupate in fase di emergenza, nella seduta della commissione “gestione del territorio” fissata per mercoledì 2 ottobre, ho invitato a partecipare l’ingegnere Gabrielli e il dottor Aielli, nella speranza che la discussione porti a fare chiarezza su una problematica che ammonta a circa 150 milioni di euro, soldi che in un periodo di stretta economica possono rappresentare una vera boccata di ossigeno per le migliaia di persone coinvolte».